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Lazio, la Coldiretti scende in piazza per protestare contro la Regione Lazio
E' partta questa mattina da Latina la mobilitazione di Coldiretti contro la Regione Lazio, che sfocerà nella manifestazione di martedì 26. Sarà - si legge in una nota - una manifestazione “di vecchio stampo”, che vuol dire grande corteo, piazza, comizio. Parteciperanno 5000 produttori agricoli in rappresentanza delle 37mila imprese Coldiretti e 300 trattori.
“Da questo momento il decalogo, presentato ben otto mesi fa al presidente Renata Polverini, diventa vertenza”, hanno dichiarato il direttore Aldo Mattia e il presidente della Coldiretti Lazio Massimo Gargano. Ad essere chiamata in causa la Regione Lazio, da un lato per ‘aver fatto molto poco’ riguardo i vari punti di criticità presentati, anche durante il periodo elettorale, ai due candidati in corsa, dall’altro per avere, di recente, preso iniziative inadeguate, inutili e lesive, nei confronti del comparto agricolo.
Ad essere criticata e bocciata -prosegue la nota - la mozione (approvata a maggioranza) con la quale il Consiglio regionale del Lazio ha chiesto la dichiarazione di stato di crisi per il settore agricolo-zootecnico.
“Il Lazio, grazie al suo comparto agricolo, contribuisce - dicono Gargano e Mattia - al 10.1 del Pil, un comparto cresciuto peraltro del 13,9 per cento. La verità è che, mentre da un lato si approvano mozioni inadeguate, dall’altro la Regione non fa niente per recuperare i soldi del Psr. Se fossimo arrivati al 31 dicembre avremmo già perso ben 42.7 milioni di euro dall’Unione europea, soldi che saranno riversati su quelle regioni considerate virtuose. Si cercano risorse per l’occupazione e si perdono i soldi per il PSR?”.
“L’agricoltura nel Lazio è fatta di primati, è ragione di orgoglio con tutti i suoi Dop, Igp, le denominazioni di origine protetta, la crescita di realtà come quelle agrituristiche, la consistente occupazione femminile – hanno concluso Gargano e Mattia – è una realtà che non vuole elemosine e che vede ora la sua forza messa in discussione. Abbiamo la sensazione che la Regione non ci consideri come una priorità. Non chiediamo di cambiare marcia ma di invertirla e il 26 daremo questo segnale con tutta la nostra forza”.