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Le Monde elegge a divinità il Parmigiano Reggiano
Il quotidiano francese, in un articolo del corrispondente Philippe Ridet, paragona il prodotto simbolo del made in Italy a un gioiello e a una borsa Louis Vuitton segnalando l'aumento dell'esportazioni in un Paese che ristagna
Roma- Il quotidiano francese Le Monde incorona il Parmigiano Reggiano. Definendolo un vera propria divinità il corrispondente Philippe Ridet ha ripercorso la storia del prodotto esaltandone le caratteristiche che lo rendono unico. Addirittura, il giornalista, affermando che è un patrimonio inestimabile e simbolo del mondo del made in Italy, si è sbilanciato dicendo che non a che vedere con i cugini lombardi o del Trentino chiamati Grana Padano e Trentingrano. Nell’articolo spiega tra l’altro che oltre a proteggerlo come un gioiello, lo si copia come una borsa Louis Vuitton.
Scorrendo il “pezzo” del corrispondente si legge inoltre che è da considerarlo un prodotto di lusso e di grande consumo, che resiste alla crisi e ai terremoti e che vede aumentare le proprie esportazioni in un Paese che invece ristagna.
Nella hit parade dei paesi amanti del formaggio dell'Emilia-Romagna, al primo posto- scrive ancora- c'è la Francia, seguita da Gran Bretagna, Germania, Usa, ma cresce anche in Brasile, Indonesia ed Arabia Saudita. Il segreto di tanto successo per Le Monde e' la lavorazione e la cura del dettaglio: il Parmigiano, concepito a partire da latte crudo e scremato di mucca della razza reggiana, è quello - spiega il giornalista- prodotto nelle province di Parma, Modena, Reggio Emilia e, in parte, nella zona di Bologna. Ci vogliono minimo 12 mesi di stagionatura perchè questa delizia possa approdare sulle tavole dei consumatori e non è un caso che dal 1996 il parmigiano goda del marchio Dop che ne garantisce l'autenticità . Quindi cura dei particolari, ma soprattutto grandi garanzie di qualità "Una buona parte del budget del Consorzio che lo gestisce (30 milioni di euro) - sottolinea Ridet - è assorbito dai controlli. Nel 2013, 3.500.000 forme sono state analizzate e 1.700 punti vendita visitati”.