Filiera Corta
Le famiglie italiane tagliano la spesa alimentare
Diminuisce l'acquisto di pane, latte e frutta
Scendono per la prima volta in dieci anni i consumi delle famiglie: nel 2009 la spesa media si è arrestata a 2.442 euro al mese, con un calo dell'1,7% rispetto all'anno precedente.
E se il valore nominale del budget familiare è diminuito, le uscite in termini reali, che tengono conto dell'aumento dei prezzi (cresciuti dello 0,8% nel 2009), sono crollate. In pratica gli italiani hanno stretto la cinghia e hanno tagliato su tutto, compresi i prodotti di primissima necessità, come cibo e bevande.
Nel rapporto Istat sui consumi delle famiglie si registra una spesa alimentare, ridotta quasi del doppio rispetto a quella complessiva: il ribasso sul 2008 è pari al 3%, per un esborso mensile che non supera i 461 euro.
Sorprende sopratutto la quota di famiglie, il 35,6%, che ha dichiarato di avere fatto rinunce su quantità e/o qualità. Nel dettaglio le famiglie hanno stretto la cinta sul pane (da 82 euro al mese a 80), carne (da 105 euro al mese a 103), patate, verdura e frutta (da 18 a 16 euro al mese) e latte, formaggi e uova (da 41 a 40), bevande (da 43 euro al mese a 41). D'altra parte il capitolo della spesa alimentare pesa molto, sopratutto per i nuclei familiari più deboli: per quelli con a capo un over-64% rappresenta una delle principali voci di bilancio (21% sul totale). Guardando più da vicino le diverse tipologie di famiglie, infatti, si scopre come il livello delle uscite sia differenziato: chi sta peggio sono gli anziani soli, dal loro portafoglio non escono più di 1.415 euro a mese, circa mille euro in meno rispetto al valore della spesa media generale (quella che comprende casa, bollette, medicine e quant'altro).
Grossi divari emergono anche tra i nuclei dove il capo-famiglia ha una posizione sociale redditizia, come quella propria a imprenditori e liberi professionisti (3.493 euro), e quelli guidati da un pensionato (2.104) o da un operaio (2.406). A livello territoriale, si ripropone il tradizionale divario tra Nord e Sud. Con la Lombardia (2.918) che sottrae al Veneto (2.857) il primato di Regione con la disponibilità maggiore. Mentre anche quest'anno la Sicilia (1.721 euro) si conferma fanalino di coda della classifica per livello di spesa mensile, lontana per quasi 1.200 euro dalla prima in graduatoria.