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Le mozzarelle blu vanno verso l'archiviazione
Per il Pm di Bologna Luca Tampieri i fatti sono insussistenti sia con riferimento al reato di commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate che con riferimento al reato di commercio di sostanze alimentari nocive
Il caso delle mozzarelle blu rischia di essere archiviato. Per il Pm di Bologna Luca Tampieri, che ha fatto richiesta di archiviazione, i fatti sono, sotto il profilo penale, ''insussistenti, sia con riferimento al reato di commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate che con riferimento al reato di commercio di sostanze alimentari nocive''.
La presenza del batterio "pseudomonas fluorescens", che in caso di elevata concentrazione fornisce al prodotto una colorazione bluastra, ''non riguarda – scrive il Pm - la sicurezza alimentare perché non rende un alimento nocivo per la salute''.
Motivazioni che fanno venire meno l'inchiesta contro ignoti, per commercio di sostanze alimentari contraffatte e nocive, aperta dopo il rinvenimento nel luglio scorso di mozzarelle blu commercializzate dalla Granarolo in un supermercato nel Torinese.
La decisione di richiesta di archiviazione fa tirare inoltre un sospiro di sollievo anche al presidente della Granarolo, Giampiero Calzolari, che all’epoca dei fatti, fu iscritto nel registro degli indagati dopo l’apertura dell’inchiesta da parte del Pm di Torino Raffaele Guariniello.
Entrando nel dettaglio la richiesta di archiviazione è spiegata dal Pm con la conclusione che ''La colorazione bluastra del prodotto (fonte di allarme sociale, soprattutto in relazione alla rapida diffusione mediatica delle notizie) dipende senza dubbio dalla proliferazione del batterio e rende l'alimento sgradito al consumatore, ma da un lato può dipendere dalla cattiva conservazione dello stesso dopo la distribuzione (specie nel periodo estivo), dall'altro non comporta pericoli per la salute umana anche se, per assurdo, il prodotto pigmentato venisse consumato.
La stessa legislazione comunitaria, infatti, non prende in considerazione questo germe nella valutazione dei requisiti di sicurezza alimentare, nè, tra l'altro, tra i criteri di igiene del processo''. I controlli che vennero fatti durante l'inchiesta da parte del Nas dei Carabinieri e dal dipartimento sanità pubblica Ausl di Bologna permisero di rilevare la sporadica presenza di colonie di pseudomonas nell'acqua di raffreddamento utilizzata nel processo produttivo di formaggi freschi a pasta filata, in percentuali comunque non rilevanti per la sicurezza alimentare. La Procura ricorda, quindi, che ''nonostante la riconosciuta irrilevanza sotto il profilo della sicurezza alimentare'' è stato ''prescritto all'azienda di collocare un ulteriore sistema di filtraggio delle acque impiegate per formare il liquido di governo della mozzarelle, nel punto in cui vengono a contatto con i prodotti caseari''