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Mafia: blitz Nebrodi, truffe su fondi Ue per oltre 10 milioni
Un 'tesoro' di "oltre dieci milioni di euro" in sette anni. A tanto ammonterebbero le somme percepite "illecitamente" dai componenti dell'organizzazione mafiosa, sgominata dall'inchiesta della Dda di Messina, attraverso i finanziamenti comunitari destinati all'agricoltura. La "principale attivita'" della mafia dei Nebrodi, secondo gli investigatori, era l'ottenimento illecito "di ingenti contributi comunitari" concessi dall'Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura). L'arco temporale esaminato da carabinieri e guardia di finanza parte dal 2013: coinvolte nelle operazioni illecite oltre 150 imprese agricole, "tutte direttamente o indirettamente riconducibili alle due famiglie mafiose" finite nel mirino degli inquirenti: i 'Batanesi' e i 'Bontempo-Scavo'. Scoperto anche l'apporto "compiacente" di alcuni colletti bianchi: ex collaboratori dell'Agea, un notaio e numerosi responsabili di Centri di assistenza agricola.
"Soggetti muniti del know how necessario per realizzare l'infiltrazione della criminalita' mafiosa nei meccanismi di erogazione di spesa pubblica e conoscitori dei limiti del sistema dei controlli", spiegano carabinieri e guardia di finanza. Il meccanismo delle frodi si fondava sulla "spartizione virtuale" del territorio, operata dall'organizzazione mafiosa: gli indagati, attraverso dei prestanome, esibivano la titolarita' di particelle di terreni in realta' riconducibili a persone o enti diversi da chi richiedeva il contributo comunitario