Filiera Corta
Mercati rionali: ancora troppi banchi fuori legge
Per il comparto ortofrutta, secondo il Rapporto del Movimento Difesa del Cittadino, solo il 24% rispetta le norme. Nel settore ittico il 43%. L’origine dei prodotti è tra le informazioni meno presenti
Roma - I banchi nei mercati rionali che non rispettano la normativa in materia di etichettatura di origine degli alimenti sono ancora troppi. E' quanto emerge dal Rapporto sull'etichettatura di ortofrutta e prodotti ittici nei mercati rionali 2011 redatto dal Movimento Difesa del Cittadino. Nel dettaglio i banchi in regola sono il 24% del campione esaminato nel caso del settore ortofrutticolo e 43% per il settore ittico. Tra le informazioni meno presenti in etichetta vi e' proprio l'origine del prodotto, indicata solo nel 39% dei casi per l'ortofrutta e 51% per i prodotti ittici.
L’associazione, con la collaborazione delle sedi locali, ha visitato i mercati rionali nelle città delle seguenti regioni italiane: Basilicata; Calabria; Campania; Emilia-Romagna; Friuli Venezia Giulia; Lazio; Marche; Piemonte; Sicilia; Toscana. In totale sono stati rilevati 547 banchi: 373 per l’ortofrutta e 174 per i prodotti ittici.
Per il comparto ortofrutta sono ben tre le regioni che conquistano la cd “maglia nera” in materia di etichettatura dell’ortofrutta nei mercati rionali: Calabria, Campania e Sicilia. La performance migliore è invece stata sperimentata dal Friuli Venezia Giulia dove tutto il campione rispettava in pieno la normativa. Seguono la Toscana (60%) e le Marche (48%). Il dato è particolarmente insoddisfacente per quanto riguarda l’informazione relativa all’origine. In media solo il 39% del campione esponeva l’indicazione della provenienza di frutta e verdura.
Per quanto riguarda il settore ittico Calabria (Catanzaro; Reggio Calabria) e Sicilia (Palermo) sono le due regioni a cui spetta il triste primato in materia di etichettatura dei prodotti ittici. In Friuli Venezia Giulia invece tutti i venditori rilevati esponevano le 4 informazioni considerate nella indagine. Buone le performance delle Marche (68%) e della Basilicata (64%). Come per gli anni precedenti, le informazioni più diffuse sono la denominazione commerciale della specie, indicata nell’89% dei casi, e il prezzo presente nell’86% delle rilevazioni. Seguono la zona di cattura o di allevamento presente nel 47% dei banchi rilevati e il metodo di produzione con una percentuale di presenza del 51%.