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Miele: sugli scaffali avanza lo straniero. Due barattoli su tre sono esteri
Aumenta in Italia l’importazione di prodotto proveniente da oltreconfine causa una riduzione della produzione interna colpita, secondo stime, dall’insetto killer delle api. Il pericolo arriva da Paesi dove sono permesse coltivazioni Ogm
Roma- Dopo l’olio, colpito dal “malessere” di una stagione non felice, ora tocca al miele. Le previsioni di un raccolto horribilis lasciano infatti poche speranze agli apicoltori italiani. La colpa della magra produzione è attribuibile- spiegano gli operatori- all’insetto killer delle api, Aethina tumida che mangia il miele, il polline e, soprattutto, la covata annientando la popolazione di api o costringendola ad abbandonare l'alveare. Il risultato- secondo Coldiretti- è un -50 per cento di produzione. Insomma, per dirla in parole povere, per quest’anno, stando alle stime dell’organizzazione di Palazzo Rospigliosi, i consumatori italiani rischiamo di dire addio al miele nostrano di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori a vantaggio di importazioni estere che sono aumentate del 17 per cento nel 2014 sulla base delle rilevazioni Istat relative ai primi 9 mesi dello scorso anno. Il timore quindi di comprare miele straniero nei supermercati è molto concreta. Ad oggi- spiega Coldiretti- due barattoli su tre venduti nei negozi sono esteri.
A preoccupare è peraltro il fatto che piu’ di 1/3 del miele importato proviene dall’Ungheria e quasi il 15 per cento dalla Cina ma anche da Romania, Argentina e Spagna dove sono permesse coltivazioni Ogm che possono contaminare il polline senza alcuna indicazione in etichetta. Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm è tuttavia riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente .
Per acquistare miele italiano è bene verificare- sostiene dunque Coldiretti- sempre l’etichettatura. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell'Unione Europea, l'etichetta - conclude l’organizzazione agricola- deve riportare l'indicazione "miscela di mieli originari della CE"; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta "miscela di mieli non originari della CE", mentre se si tratta di un mix va scritto "miscela di mieli originari e non originari della CE".