Food Mania
Il Cibo oltre l'Italia|Mole, chapulines e insetti take away: il Paese del sombrero è il laboratorio del novel food
Il Messico è uno dei Paesi del Centro America più caratteristici per storia e consuetudini di vita come la mitica “Siesta”, cavallette, larve e insetti di ogni tipo, a differenza dell’Unione europea nella quale il dibattito è in corso
Roma-Non solo spiagge bianche, oasi naturali inconfondibili e tanta storia Maya, ma anche molta identità culinaria, tutta basata soprattutto su due delle produzioni alimentari icona del Messico come il mais e il peperoncino, quest’ultimo ingrediente principe della cucina del territorio trasformato in salse da condimento buone per tutti i palati e per tutti i gusti. Insomma una terra interamente da gustare per la bontà gastronomica, ma anche per il suo tessuto sociale, ancora profondamente molto rurale e fatto di usanze e modi di vita semplici con una ricchezza di colori ambientali e umani da non perdere.
Ecco quindi che il risultato è quello di un’esperienza alimentare che non si dimentica facilmente anche perché, nel territorio dove parchi archeologici e piante di cactus sono la giusta coreografica a uno dei Paesi del Centro America più caratteristici per storia e consuetudini di vita come la mitica “Siesta”, cavallette, larve e insetti di ogni tipo, a differenza dell’Unione europea nella quale il dibattito sulla commestibilità di questi prodotti è ancora in corso, sono nel Paese del sombrero le leccornie principali insieme alle tortilla, alla carne preparata in tutti i modi e naturalmente al pesce. Ecco quindi che il take away di insetti nei centri abitati di zone regionali come il Chiapas non deve sorprendere anche se la qualità gourmet del prodotto la si può trovare ovviamente solo dove la location ha odore di essere di altissima qualità paragonabile di certo a una stella Michelin.
Tra queste spicca senza ombra di dubbio quella di Alejandro Ruiz, chef di Casa Oaxaca El Restaurante con una proposta sicuramente identitaria e dalla connotazione fortemente etnica dal calibro di piatti quali Guacamole con chapulines e quesillo, Pane tostato con vermi maguey, chicatanas, chapulines, maionese di chicatana, avocado, arachidi arrostiti e cilantro e ancora, per citare alcune delle portate più gradite, Gamberetti, cetrioli, cipolla e aguachile di arachidi. Degna di nota anche la Bistecca di salmone arrosto, guacamole, peperoncino d'acqua e maionese di serrano. Non va dimenticato poi il Mole nero con tacchino , riso con chepil, purea di banane e piantagione fritto. Tra i dolci lasciano il sego invece la Torta di guava con gelato di petali di rosa e il Formaggio di ricotta, ananas e sorbetto corubato.
Ma il Messico, come detto, è anche il Paese delle tradizioni rurali, dei cibi da street food come la tortilla ripiena di fiori di zucca o con fagioli, delle tamales, delle empanadas e delle grandi piantagioni di mais per un numero complessivo in tutto lo Stato di ben 250 tipologie tra cui 150 originarie della regione di Tlaxcala, la più piccola della nazione per estensione e situata a solo 120 km a est di Città del Messico e a 32 km della città di Puebla con un'altezza media di 2200 metri sul livello del mare, un clima subtropicale e una stagione delle piogge che imperversa da maggio a ottobre e che rende Tlaxcala la patria della pannocchia.
Gianluca Pacella