Gli imprenditori del Gusto
Mutti: “Per uscire dalla crisi del pomodoro non servono le task force”
L’amministratore delegato dell’azienda di trasformazione di Parma chiede fatti e non parole
Nato a Parma nel 1968, laureato a Cardiff nel 1993 e amministratore delegato della Mutti Spa dal 1994, Francesco Mutti, figlio ed erede di una delle famiglie con una lunga tradizione conserveria, interviene sulle problematiche che toccano il comparto facendo il punto della situazione sullo scenario attuale e futuro del settore.
Dottor Mutti, la campagna della raccolta del pomodoro si è appena conclusa. I problemi per il settore restano però tutti sul tappeto, a partire dalla speculazione denunciata dai consumatori tramite il Casper fino ai problemi contrattuali con i produttori. Lei che giudizio si è fatto della situazione?
“Le dico subito che per dare una risposta e offrire un’analisi sullo stato delle cose è necessario distinguere le problematiche avanzate dai consumatori da quelle dei produttori. Venendo al punto posso dire che ritengo la campagna lanciata dai consumatori e in parte anche da Coldiretti molto populista e poco realista. Mi spiego meglio. Nel denunciare determinate situazioni non ci si può dimenticare che ci sono in campo costi che non si possono eludere come quello ad esempio dell’imballaggio che è molto rilevante. Ma di esempi se ne possono fare altri. Quanto alla campagna produttiva posso affermare che mai come quest’anno c’è stata una spaccatura tra il Nord e il Sud Italia. Al Nord non è mancato il rispetto del contratto da parte di tutti gli attori interessati. La conferma di questo è la riunione di confronto tra industriali e produttori avuto in queste ultime ore dove c’è stata la volontà di voler continuare a collaborare in maniera positiva. Questo atteggiamento fa sicuramente la differenza tra il Nord e il Sud. Dal punto di vista produttivo, come industriali, abbiamo avuto quest’anno problemi di approvvigionamento e di qualità. Per gli agricoltori la difficoltà ha riguardato invece il problema della remunerazione della materia prima. Il prezzo non è stato molto alto. A questo vanno aggiunte gli aspetti climatici non sempre favorevoli”.
In che modo secondo lei va affrontata la presunta concorrenza sleale cinese?
“E’ un problema che va affrontato. Dobbiamo però smettere di parlare, ma agire. In questo senso c’è grande disponibilità da parte degli industriali. Allo stesso tempo non nascondo che possa sussistere un problema di conflitto di interessi, ma dico comunque che buona parte degli industriali vuole affrontare la questione nel contesto delle regole dettate dalla Wto. Inoltre non va dimenticato il consumatore che deve essere messo a conoscenza. Penso che la soluzione possa essere presa attraverso un tavolo di confronto in cui siedano tutti gli attori interessati”
Cosa si aspetta dalla task force istituita dal Mipaaf?
“Non è con una task force che si esce dalla crisi, ma è con il lavoro quotidiano di medio termine. Le task force vanno bene per liberare gli ostaggi, non per risolvere i problemi del settore. La parte agricola deve essere protetta in campo. Non è negozialmente accettabile che una parte prevalga sull’altra. Credo in ogni caso che una task force debba avere degli strumenti di intervento. Una semplice azione di moral suasion non può bastare. Bisogna fare degli accordi ben precisi”.
Operativamente, per la sua azienda, è stata una campagna positiva? Può già darci dei numeri di raccolta e trasformazione?
“Indicativamente per questa campagna abbiamo fatto un 12% in meno rispetto agli obiettivi. La nostra azienda si orienta a fare il 100. La situazione che si è venuta a creare per noi è un po’ atipica. Certamente non è stata una campagna eccezionale. Abbiamo dunque scelto la qualità e non la quantità”.
Arriveranno nel circuito della Grande distribuzione organizzata delle novità commerciali targate Mutti?
“Abbiamo in cantiere un nuovo prodotto che stiamo testando e stiamo portando modifiche all’area sughi. Bisogna dire però che l’evoluzione di un prodotto non è così lampante da un anno all’altro. In ogni caso è nostra intenzione continuare a lavorare su questo versante”.
Avete già fatto delle stime di crescita riguardo il 2010. Il primo semestre dell’anno come si è chiuso rispetto al 2009?
“L’azienda sta crescendo. In questo momento dell’anno è difficile dare dei numeri certi. Crediamo di crescere del 10%, bisogna però tenere presente che i mesi di ottobre, novembre e dicembre sono molto rilevanti per fornire delle stime di crescita. Desidero inoltre segnalare che abbiamo fatto un investimento di 7 milioni e mezzo di interventi tecnici al fine di migliorare il processo produttivo. L’anno prossimo punteremo a migliorare l’aspetto qualitativo”.
Il vostro mercato come è articolato?
“Siamo leader a livello nazionale per il passato di pomodoro, polpa e concentrato. L’Europa resta una fetta di mercato molto importante per noi”.
Nel breve periodo il rapporto sulla qualità con i consumatori come intende migliorarlo Mutti?
“Abbiamo fatto la premiazione dei migliori coltivatori con un importo di 100mila euro. Inoltre abbiamo un budget di 250mila euro per i nostri conferenti in relazione al miglior prodotto. Infine abbiamo pagato la materia prima 2 euro e 2,50 in più rispetto alla media”.
Gianluca Pacella
in data:13/10/2010
Galleria Fotografica
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La gamma dei concentrati
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Il logo della Mutti di Parma
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Il sugo pomodoro e carne
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Il triplo concentrato di pomodoro
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Il doppio concentrato di pomodoro