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Nasce la rete del riso Slow
Agli Stati generali del riso di Vigevano, Slow Food lancia il manifesto Slow Rice per una risicoltura buona, pulita e giusta, basata sull’agroecologia come alternativa a una produzione industriale che depaupera ambiente e biodiversità
Roma - Riportare la biodiversità nelle risaie, superare la logica della monocoltura, restituire alla terra e all’acqua la loro qualità, ridare dignità e senso al lavoro agricolo. Sono questi in sintesi gli obiettivi della neonata Rete Slow Rice, presentata questa mattina a Vigevano in occasione degli Stati generali del riso italiano. La prima edizione, in programma fino a domenica 5 ottobre, è organizzata dall’associazione Strada del Riso dei tre fiumi, con il patrocinio, tra gli altri, del Masaf e di Slow Food Italia. L'impegno è tradotto con un Manifesto per la risicoltura.
La Rete Slow Rice nasce dal basso, grazie all’impegno delle Condotte Slow Food Vigevano e Lomellina, Vercelli, Novara e Colline Novaresi, insieme al supporto di agronomi vicini all’Associazione e produttori che fin dall’inizio hanno creduto in una risicoltura pulita e giusta per tutte e tutti. A Vigevano saranno presenti produttori da tutte le province italiane in cui si coltiva il riso, oltre a rappresentanti di produttori e di università da Grecia, Spagna, India e Giappone, sia in presenza che in collegamento.
Il riso è il cereale più consumato al mondo: dalle grandi metropoli asiatiche ai piccoli villaggi dell’Africa, dalle comunità rurali dell’America Latina fino alle nostre tavole europee. Simbolo di biodiversità e resilienza, in diecimila anni di storia ha saputo adattarsi ai contesti più disparati, tanto che nel mondo ne esistono circa 150.000 varietà.
E l’Italia, in questa storia millenaria, ha un ruolo straordinario. È il principale produttore in Europa: oltre il 90% della produzione è concentrata tra Piemonte e Lombardia, ma il riso è coltivato in tutta la penisola, fino alla Sicilia e alla Sardegna. Nel nostro Paese, più che altrove, il riso non si definisce solo “corto”, “medio” o “lungo”. Da noi ogni varietà porta con sé una storia, una comunità, un sapore unico: Carnaroli, Roma, Balilla, Maratelli… nomi che parlano di secoli di lavoro nei campi e di creatività in cucina
I produttori della rete Slow Rice si impegnano a favorire pratiche colturali agroecologiche; a salvaguardare e valorizzare il patrimonio italiano di varietà di riso e le tradizioni gastronomiche ad esse collegate; tutelare e favorire la biodiversità vegetale e animale; valorizzare i servizi ecosistemici del “paesaggio di risaia” e valorizzare la varietà di paesaggi, tecniche e saperi legati alla risicoltura.