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Filiera Corta

Nel carrello della spesa meno pasta, carne e frutta

Secondo la Cia la spesa annua per cibo e bevande, a causa del "caro-vita", passa dai 5.700 euro a famiglia nel 2008 ai 5.364 euro nel 2010, con un calo record del 6 per cento

Roma - Lo stallo dei consumi investe soprattutto gli alimentari. Sono in costante aumento le famiglie italiane che, alle prese con il “caro-vita” e gli effetti della crisi economica, sono costrette a risparmiare su cibo e bevande. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati diffusi da Confcommercio e Istat.

Il risultato più visibile di questo “taglio” al carrello -spiega la Cia- è che la spesa alimentare cede ancora il passo: era di 461 euro mensili a famiglia nel 2009, cala a 447 euro medi al mese nel 2010. Vuol dire il 3,1 per cento in meno in dodici mesi e ben il 6 per cento in meno da quando è cominciata la crisi. Rispetto al 2008 infatti, quando si spendevano mediamente 475 euro per la tavola, le famiglie italiane hanno destinato quasi 30 euro in meno ogni mese per fare la spesa al supermercato.

Ma la flessione drastica della spesa per gli alimentari -spiega la Cia- diventa ancora più evidente se si mettono a confronto le cifre annue: se nel 2008 il budget riservato alla “dispensa” era pari complessivamente a 5.700 euro per famiglia, nel 2009 scende a 5.532 euro, per poi toccare quota 5.364 euro a fine 2010. Nel giro di un triennio, quindi, gli italiani hanno ridotto di circa 350 euro la parte dello stipendio per cibo e bevande. Provocando un’accelerazione della tendenza alla perdita di peso degli acquisti alimentari, scesi dal 17,3 al 16,5 per cento del totale della spesa sul territorio nazionale.

E i “tagli” alla tavola non riguardano affatto beni superflui, ma prodotti di prima necessità che sono alla base della nostra dieta mediterranea. In base ai risultati di un sondaggio della Cia, infatti, viene fuori che il 41,4 per cento degli italiani ha diminuito gli acquisti di frutta e verdura, il 37 per cento quelli di pane e pasta e il 38,5 per cento quelli di carne rossa e pesce.

in data:30/08/2011

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