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Nessuna débâcle per lo spumante

I dati elaborati da Wine Monitor e relativi ai primi 10 mesi del 2013 fanno presupporre una buona chiusura per il bilancio annuale del comparto. Per la fine dell'anno saranno stappate 72 milioni di bottiglie

Roma – E’ partito il countdown per la notte di San Silvestro. Messa in archivio la spesa alimentare per la vigilia e il pranzo di Natale, famiglie, gruppi di amici e single sono di nuovo con la lista degli acquisti da fare. E c’è da giurarci, che tra la miriade di offerte, consigli televisivi enogastronomici offerti da guru del settore, la scelta del prodotto alimentare e dello spumante non sarà semplice.

Intanto tra la lenticchia consigliata da comprare e il primo da portare in tavola per la fine dell’anno c’è già chi dà i numeri su quante bottiglie di bollicine saranno stappate. Al momento, tra le varie stime, si parla di 72 milioni tutte prevalentemente italiane.
Dati alla mano l’unica cosa certa il grande momento dell’export degli spumanti italiani. Il 2013 si conferma un anno difficile per i consumi di vino italiano a livello nazionale (-7 per cento le vendite nella grande distribuzione organizzata per il periodo gennaio-settembre, fonte Iri), ma evidenzia ulteriori crescite nelle esportazioni. In particolare, pensando al brindisi di fine anno, l'attenzione cade sugli spumanti che, tra le diverse tipologie, rappresentano i vini che piu' sono cresciuti nell'export dell'ultimo decennio. "Tra il 2002 e il 2012 il valore dell'export di spumanti dall'Italia e' aumentato del 185 per cento, raggiungendo i 625 milioni di euro, andando cosi' a pesare per il 13 per cento sul totale delle vendite di vino italiano oltre frontiera" dichiara Denis Pantini , responsabile Area di Ricerca Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma.

I dati elaborati da Wine Monitor e relativi ai primi 10 mesi del 2013 sembrano confermare questa tendenza positiva, facendo presupporre cosi' una buona chiusura per il bilancio annuale del comparto. Prendendo a riferimento i principali mercati esteri per il vino italiano (Usa, Germania, Regno Unito, Canada, Svizzera, Giappone, Russia e Cina che complessivamente assorbono oltre il 70 per cento del nostro export), si evince un aumento delle vendite di spumanti italiani pari al 20 per cento (in termini cumulati) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Si tratta di un dato in controtendenza rispetto a quanto registrato in termini di importazioni complessive per tale tipologia di vino in questi 8 importanti Paesi: il confronto temporale segnala un calo medio di quasi il 2 per cento, determinato da un valore di import che nel periodo gennaio-ottobre si e' fermato a 1.732 milioni di euro contro i 1.762 del 2012.

Questo calo e' imputabile- si legge in una nota -  soprattutto alla riduzione degli acquisti di spumanti francesi (in particolare champagne) che, ad esclusione del Canada dove si registra un leggero segno positivo (+0,3 per cento), subiscono perdite significative praticamente in tutti gli altri mercati considerati (si va dal -2 per cento della Svizzera al -14 per cento del Giappone, passando per un -9 per cento nel Regno Unito). La predominanza dei francesi in questa tipologia di prodotto e nei principali mercati mondiali influisce sul risultato complessivo degli scambi di spumanti a livello internazionale. Il peso delle produzioni italiane e' oggi attorno al 24 per cento (sempre considerando l'aggregato degli 8 mercati), ma risulta in continua crescita e in alcuni Paesi - come la Russia - e' arrivato a superare il 60 per cento, facendo cosi' guadagnare ai nostri vini la posizione di leadership tra gli spumanti importati.

in data:27/12/2013

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