Filiera Corta
Non si arresta la crescita dei prezzi alimentari
Ad ottobre, sulla base delle stime preliminari dell'Istat, i prodotti lavorati crescono dell'0,4%, quelli non lavorati dello 0,7%
Roma - Tendenza negativa anche nel mese di ottobre per i beni alimentari. L'ultimo report dell'Istat, sulla base di stime preliminari, registra infatti un aumento, rispetto a settembre, dello 0,5%. Il tasso tendenziale di crescita sale al 2,5% dal 2,2% del mese precedente.
I prezzi dei prodotti lavorati crescono dello 0,4% sul piano congiunturale e del 3, 2% su quello tendenziale (+3.0% nel mese precedente), quelli dei prodotti non lavorati aumentano dello 0,7% su base mensile e dell'1,2% rispetto a ottobre 2010 (in accelerazione dello 0,9% di settembre.
“A ottobre, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, i prodotti agricoli non lavorati- commenta Confagricoltura - sono aumentati dello 0,5%, un valore molto al di sotto dell’indice generale dei prezzi che si è attestato al + 3,4%. L’agricoltura, dunque, continua a dare un consistente aiuto ai consumatori, in un momento di grandi difficoltà per l’economia e le famiglie.”
E’ vero che su base mensile (ottobre su settembre) i prezzi al consumo delle verdure - prosegue l'organizzazione agricola - sono cresciuti del 4,8%, ma si è trattato - spiega Confagricoltura - solo di un parziale recupero di quotazioni che erano giunte a un livello tale da non essere più remunerative. Infatti a ottobre 2011 rispetto a ottobre 2010 sono diminuiti del 4,2%. La frutta fresca è aumentata dello 0,9% rispetto a settembre, ma su base annua registra un -2,5%.
Senza contare - conclude Confagricoltura - che gli aumenti non dipendono dai produttori. In base alle ultime rilevazioni di Ismea, a settembre le quotazioni all’origine sono mediamente diminuite dell’1,1%.
L’aumento dell’Iva - spiega invece Coldiretti - di un punto percentuale solo per alcune categorie di prodotti si è fatto in realtà sentire anche su altri come gli ortaggi che non sono stati toccati dalla manovra.
L’aumento dei prezzi al consumo del 4,8 per cento su base congiunturale per gli ortaggi - prosegue l'organizzazione agricola - è del tutto ingiustificato perché – sottolinea la Coldiretti - non sono stati toccati dall’aumento dell’Iva e hanno fatto registrare una diminuzione delle quotazioni alla produzione del 10,6 per cento a settembre in termini congiunturali. Occorre vigilare affinchè l’aumento dell’Iva non sia l’occasione per speculare con aumenti di prezzo ingiustificati su beni indispensabili per i cittadini e le imprese a partire dalla benzina e dal cibo. La maggioranza degli alimenti - conclude la Coldiretti - sono esclusi dall’aumento dell’Iva che colpisce solo alcuni prodotti di largo consumo come l’acqua minerale, la birra e il vino ma anche specialità come i tartufi.