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"Occhio alla Spesa", Di Pietro passa al contrattacco dopo il licenziamento
Accusato il colpo per il licenziamento Rai arrivato come un fulmine a ciel sereno, Alessandro Di Pietro, conduttore della popolare trasmissione televisiva di Rai Uno “Occhio alla Spesa”, passa al contrattacco con una lettera aperta ricca di elementi utili a difendersi dalla motivazione di licenziamento che lo vede accusato di aver preso soldi per fare pubblicità occulta in tre puntate del 2012 a una pasta per diabetici. Il provvedimento dell’Azienda di Stato è arrivato a seguito della multa inflitta alla Rai dall’Antitrust
Nella missiva il conduttore ribadisce di non aver “mai preso soldi da nessuno per fare pubblicità occulta e chi si e' permesso di scriverlo su qualche giornaletto on-line se la vedra' con lui in Tribunale avendolo denunciato per diffamazione aggravata''. Di Pietro scrive inoltre che il “tempo è galantuomo” ma io, come galantuomo, non ho tempo da perdere e se si è chiusa la porta Rai si sta aprendo un portone di grandi prospettive professionali. Insieme ad amici produttori e ad artisti di livello stiamo studiando un nuovo format, assolutamente rivoluzionario in termini televisivi, che mi vedrà nel prossimo inverno tra la gente a spiegare come l’alimentazione è la base della nostra salute. Per il resto di aprile specifica poi mi riposo –e sotto questo aspetto ringrazio l’arroganza della Rai- ma già da maggio a luglio mi aspettano impegni di lavoro fortissimi.
Alessandro Di Pietro infine smentisce il legame tra il suo malore e il licenziamento. Stamattina in clinica ho letto i giornali e ho subito reagito al fatto che il mio piccolo malore ormai in via di risoluzione fosse legato alla vicenda Rai. Io mi sono sentito male alle 3 di giovedì notte e i miei avvocati mi hanno fatto sapere del provvedimento soltanto verso mezzogiorno di venerdì. Sto bene, incalza - sto facendo un accurato chek-up che purtroppo non facevo da anni e credo che fra un giorno o due starò ancora sulla breccia.
Annuncia di aver dato mandato ai suoi avvocati ''perche' la mia volonta' primaria e' di far fare presto una figuraccia alla Rai, non tanto come azienda verso cui ho grande rispetto e riconoscenza, ma nei confronti di chi ha voluto ingiustamente colpirmi, scegliendomi come 'capro espiatorio' per nascondere le numerose magagne interne''. E ancora: ''Ci siamo rivolti al Giudice del Lavoro per avere giustizia sullo scandaloso e frettoloso provvedimento della Rai, ma anche se la sentenza sara' a mio favore non rientrero' piu' nell'azienda che mi ha visto per 15 anni al suo servizio, garantendole ascolti milionari e share sempre a due cifre, regalandole gratuitamente il format di Occhio alla spesa, ma soprattutto - conclude - garantendole altrettanti milioni di incassi pubblicitari''.