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Ogm: le parole di Clini mettono paura all’agricoltura

Il ministro all’Ambiente in un' intervista rilasciata al Corriere della Sera riapre il dossier sugli organismi geneticamente modificati sostenendo che ''bisogna aprire una riflessione seria che deve coinvolgere la ricerca e la produzione agricola"

Roma - Il ministro all’Ambiente Corrado Clini riaccende la miccia degli Organismi geneticamente modificati. In un' intervista al Corriere della Sera il tecnico del Governo Monti ha infatti dichiarato che in Italia ''bisogna aprire una riflessione seria che deve coinvolgere la ricerca e la produzione agricola sul ruolo dell'ingegneria genetica e di alcune possibili applicazioni degli Ogm''. Le affermazioni – si legge in una nota – arrivano dopo che l'Europa ha deciso di riaprire il 'dossier ogm' e che l'Italia, insieme ad altri Paesi come Spagna, Svezia e Ungheria, ha aperto alla proposta della presidenza danese che la Ue conceda le autorizzazioni agli Ogm, salvo poi lasciare decidere i singoli Stati se vietarli o meno al loro interno.

Il ministro ha aggiunto inoltre, ''di una apertura tout court'' ma di valutare anche i ''molti benefici'' che puo' portare l'ingegneria genetica. Bisogna cercare di superare il ''paradosso'' della ''paura'' che cosi' si ''snaturino i nostri prodotti tipici'', spiega ancora, perche' in realta' molti di essi, ''il grano duro, il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano, il basilico ligure, la vite Nero d'Avola, la cipolla rossa di Tropea, il broccolo romanesco'' sono stati ottenuti con ''incroci e con la mutagenesi dei semi''. Certo, ''condivido le preoccupazioni'' ma va aperta - conclude ''una riflessione seria'', perche' nel frattempo ''in Italia la posizione contro gli Ogm e' bipartisan e da sempre compromette in generale la ricerca sull'ingegneria genetica applicata all'agricoltura, alla farmaceutica e anche a importanti questioni energetiche. Un grave danno''.

Le dichiarazioni di contrarietà non si sono fatte attendere. Pareri negative sono stati espressi dal mondo politico, dalle organizzazioni di settore, da Legambiente in particolare da Coldiretti

Evidentemente il Ministro Clini – commenta il presidente della Coldiretti Sergio Marini - non ha trovato sufficienti problemi per l’Italia nel suo Ministero dell’Ambiente e sta pensando di aggiungerne dei nuovi. Le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini al Corriere della Sera a favore degli Ogm – continua Marini - sono l’ultimo caso di sottovalutazione e disattenzione nei confronti del valore del Made in Italy che hanno portato in piazza Coldiretti con l’alleanza di consumatori ed ambientalisti che condividono la battaglia per una Italia libera da Ogm, da Federconsumatori a Adusbef fino a Codacons, da Legambiente a Slowfood fino all’Aiab e molti altri insieme a centinaia di comuni e le Regioni che all’unanimità hanno piu’ volte chiesto al Governo di esercitare la clausola di salvaguardia per vietare precauzionalmente la coltivazione degli ogm in Italia.

A differenza di quello che dichiara il Ministro “tecnico”, l’ingegneria genetica e la transgenesi - sottolinea la Coldiretti - non centrano niente con il riso Carnaroli, il pomodoro San Marzano e la Cipolla Rossa di Tropea e la vite nero d’Avola che subiranno gravi danni economici sul mercato dalle dichiarazioni superficiali ed inopportune. Bisogna conoscere la differenza tra gli incroci e gli ibridi rispetto all’ingegneria genetica. E a proposito di innovazioni che rischiano di depotenziare il Made in Italy come leva strategica di crescita del Paese, l’agricoltura italiana - sostiene Marini - ha primati nel mondo per valore aggiunto per ettaro. biodiversità e denominazioni di origine e non abbiamo proprio bisogno copiare nessun altro modello molto meno sostenibile ed avanzato del nostro.

Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy come sanno il 71 per cento degli Italiani che esprimono una forte contrarietà, ormai costante da anni secondo monitoraggio effettato dalle indagini Coldiretti/Swg nel tempo. E per quanto riguarda le coltivazioni ogm a scopi energetici il Ministro dovrebbe sapere che in un Paese come l’Italia, per la conformazione morfologica dei terreni e le dimensioni delle aziende, non sarebbe possibile - continua la Coldiretti - evitare le contaminazioni ambientali e sarebbe violata la sacrosanta libertà della stragrande maggioranza degli agricoltori e cittadini di avere i propri territori liberi da Ogm. La ricerca è importante ma deve avere obiettivi sostenibili, condivisibili e utile per il benessere della società e non quando serve a fare arricchire poche multinazionali.

Non ci sono ragioni - continua la Coldiretti -
per riaprire una polemica di cui il Paese non sente certo il bisogno e su cui i cittadini hanno già detto tutto proprio nel momento in cui le grandi multinazionali del biotech hanno preso la decisione di rinunciare allo sviluppo e alla commercializzazione di nuovi prodotti transgenici (ogm) destinati all'Unione europea, per la crescente opposizione della maggioranza dei cittadini. Gradiremmo infine - conclude la Coldiretti - che il Ministro Clini si occupi a tempo pieno di energie rinnovabili finalmente adottando quel decreto sugli incentivi che attendiamo ormai da molti mesi così come gradiremmo la sua attenzione al tema del recupero energetico degli effluenti di allevamento per la produzione di biogas invece di creare l’illusione di colture no food che magari saremmo costretti a importare dai paesi del sud già oggetto di deforestazione.

“Sugli organismi geneticamente modificati – dice invece il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi- è in corso uno scontro fondamentalista, di religione, mentre serve un approccio laico. E’ una materia che dovrebbe essere affidata ai ricercatori, che chiede rigore scientifico e non emotività”.
“Non vogliamo affermare che gli Ogm fanno bene o fanno male – tiene a precisare Guidi -. Vogliamo solo che gli sperimentatori possano fare il loro lavoro. La ricerca non deve fare paura. E l’Italia non deve essere esclusa dai circuiti internazionali della sperimentazione”.

“Gli Ogm sono diventati la Tav del settore agroindustriale, la guerra a tutti i costi – conclude il presidente di Confagricoltura -. Mi piacerebbe che in materia di ingegneria genetica si potesse effettuare un confronto pacato”.

 Intanto in queste ore, di fronte alle reazioni delle organizzazioni di categoria il ministro Clini ha precisato che "ferma restando la posizione italiana in merito al divieto dell'impiego degli Ogm in agricoltura, credo che sarebbe insensato continuare a tenere il freno alla ricerca, considerando in particolare che l'ingegneria genetica una infrastruttura comune per la ricerca in molti settori : dalla farmaceutica alla protezione di prodotti tipici dell'agricoltura; dall'energia al risanamento di siti contaminati con biotecnologie; dalla lotta alla desertificazione alla protezione dei suoli esposti al dissesto idrogeologico". 

Clini ricorda inoltre che "le normative europee stabiliscono una procedura rigorosa per l'autorizzazione all'impiego degli Ogmin Europa, al fine di salvaguardare l'ambiente e la salute. Nonostante queste regole , un gruppo di stati membri, tra cui l'Italia, ha sempre manifestato opposizione all'uso degli Ogm nei propri territori, con effetti di blocco sulle procedure europee. Al fine di superare la situazione di stallo, la presidenza della Danimarca, paese contrario all'uso degli Ogm, ha proposto al Consiglio dei ministri dell'Ambiente dello scorso 9 marzo di innovare la procedura europea confermando la rigorosa procedura di autorizzazione in capo alla Commissione Europea e consentendo nello stesso tempo agli Stati Membri la decisione in merito alla autorizzazione dell'impiego degli Ogm nel proprio territorio nazionale".

in data:15/03/2012

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