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Ogm, preoccupa l'attendismo italiano
La richiesta di escludere parzialmente o interamente il territorio dal campo di applicazione tutti e otto gli organismi geneticamente modificati ancora non è giunta a Bruxelles. C'è tempo fino al 3 ottobre
Roma- C’è tempo fino al 3 ottobre per chiedere alla Commissione europea il divieto di coltura Ogm sul proprio territorio. L’istanza italiana però sembra essere ancora non arrivata negli uffici di Bruxelles. Un attendismo, che agli occhi dei più, suona male dopo le tante campagne contro gli organismi geneticamente modificati nazionali fatte anche a livello internazionale da parte dei ministri competenti che si sono avvicendati al timone del ministero di via XX Settembre. La domanda da presentare all’esecutivo dell’Unione riguarda nello specifico di escludere parzialmente o interamente il territorio dal campo di applicazione tutti e otto gli organismi geneticamente modificati, fra quelli approvati e in via di approvazione.
“Fino a questo momento-dice Enrico Brivio, portavoce del commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis- sono undici i Paesi, di cui due solo per alcuni territori, che hanno domandato l'opt out e l'Italia non e' fra questi. Per avvalersi di questa opzione, che richiede l'assenso dei produttori degli ogm, c'e' tempo fino al 3 ottobre ha aggiunto Brivio, elencando i Paesi che hanno gia' fatto domanda: Grecia, Lettonia, Lituania, Francia, Croazia, Austria, Polonia, Ungheria, Olanda, Belgio (per la regione Vallonia), Gran Bretagna (per Galles, Irlanda del Nord e Scozia). Dopo la scadenza di questo sabato "ci sara' ancora la possibilita' di esercitare l'opt out - spiega il portavoce della Commissione europea - fornendo una serie di motivazioni" elencate nella nuova direttiva in materia di coltivazioni ogm. Si parla ad esempio di obiettivi di politica ambientale, agricola o di pianificazione urbana e territoriale, mentre le motivazioni di carattere ambientale o di rischi per la salute rimangono competenza dell'Efsa, l'autorita' europea per la sicurezza alimentare.
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