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Oli Dop e Igp, la Sicilia è in testa

Il comparto delle produzioni a Denominazione, con riferimento al 2011, indica un percorso di crescita, anche se moderata. 11.229 tonnellate certificate nel 2011, con una progressione dell’8% rispetto al 2010

Roma- Gli oli Dop e Igp riconosciuti nell’Unione europea al 6 marzo 2013 sono 117. Degli oli di qualità riconosciuti quasi il 40% è rappresentato da marchi italiani (43 di cui una IGP), seguono la Grecia (27) e la Spagna (26). In Italia, la suddivisione regionale del numero di denominazioni continua a rispecchiare la specializzazione produttiva dell’olio in generale: la regione nella quale si registra il maggior numero di riconoscimenti è la Sicilia con sei denominazioni, seguita dalla Puglia, dalla Campania e dalla Toscana con cinque e da Abruzzo, Calabria e Lazio con quattro.

I dati emergono dal Focus sugli oli Dop/Igp organizzato da Unaprol al Sol di Verona. Il comparto delle produzioni Dop, con riferimento al 2011 (ultimi dati disponibili) indica un percorso di crescita, anche se moderata. 11.229 tonnellate certificate nel 2011, con una progressione dell’8% rispetto al 2010. In crescita del 18,6% rispetto al 2010 anche il fatturato alla produzione ( che somma il fatturato all’origine mercato nazionale e quello export). In aumento il giro d’affari con un + 6,6%. Il valore alla produzione è pari a 83 milioni di euro, di cui 49 sviluppati all’estero con un + 15% nei volumi esportati. Nel 2011 si registrano importanti aumenti della produzione per alcuni oli della Puglia (Terra di Bari e il Dauno), per il Garda e per la dop Umbria. Le aziende che producono oli d’oliva DOP distribuiscono il 62,6% della produzione alla GDO, il 4,1% ai Grossisti, il 3,1% al dettaglio tradizionale, il 6,2% all’Horeca, il 9,5% alla vendita diretta ed il residuo 14,4% ad altri canali. La destinazione delle vendite si sviluppa verso altre regioni (64,3%). Il 24% delle vendite è, invece, destinato al mercato regionale ed il 12% a quello locale. I dati IRI infoscan rilevati per il mercato dell’olio all’interno di Iper, Super e negozi a libero servizio (da 100 a 399 mq), evidenziano che solo poco più dell’1%, è destinato agli oli bio e a denominazione.

Nel 2012 c’è stato un lieve incremento dell’1% sia in volume che in valore di oli a denominazione venduti nella GDO passando da un livello di 2.735.533 litri ad uno di 2.770.764 litri rispetto al 2011. L’analisi regionale delle vendite in volume mostra che il 30% degli oli DOP/IGP venduti attraverso la GDO è acquistato in Lombardia; seguono per importanza l’Emilia Romagna (14%), il Veneto (13%), il Piemonte e la Val d’Aosta (11%), la Toscana (10%), il Lazio (5%). Le restanti regioni mostrano percentuali residuali. Il prezzo più alto per un olio DOP è riscontrabile in Trentino, dove nel 2012 mediamente un litro di olio Dop/IGp è stato venduto a 12,37 €. Seguono la Lombardia (10,98 €/lt), il Veneto (10,85 €/lt), la Toscana (10, 51 €/lt)e il Lazio con un livello di prezzo pari a circa 10,40 €/lt.

Tra le marche presenti sul mercato, solo per alcune fra le più note è possibile trovare referenze di oli Dop, perché la gran parte degli oli dop venduti all’interno della GDO, rientra in una strategia di differenziazione dell’insegna, più che dei singoli produttori. Il 45% degli oli dop venduti è a private label, come anche un altro 45% è rappresentato da diverse marche minori. Tale situazione evidenzia una polverizzazione dei marchi degli oli Dop e l’impossibilità per gli operatori minori di detenere quote di mercato ragionevoli, soprattutto all’interno delle insegne della Grande Distribuzione. “L’olio extravergine di oliva a dop, rappresenta quasi un rifugio immateriale e conferisce la possibilità per il consumatore di concedersi un premio all’interno del proprio paniere d’acquisto” Lo ha affermato Massimo Gargano presidente di Unaprol che ha aggiunto “la qualità che l’olio a dop comunica, attraverso il forte legame con il territorio, offre la possibilità di vivere un contatto attivo con i valori della tradizione e della territorialità.
In uno scenario dove tutto sembra sgretolarsi – ha poi concluso - concedersi “qualità”, anche se può sembrare un lusso, in realtà, nella maggior parte dei casi, è la manifestazione di una scelta d’acquisto

in data:10/04/2013

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