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Olio: la produzione rallenta il passo
Stimata da Ismea, in collaborazione con Cno e Unaprol, una flessione del 6 per cento
Roma- Si conferma il calo produttivo dell’olio di oliva per la campagna in corso. Ismea in collaborazione con Cno e Unaprol, infatti, a fine gennaio ha ritoccato verso il basso le previsioni di produzione. Secondo la nuova stima, i volumi potrebbero attestarsi poco al di sotto delle cinquecentomila tonnellate, con una perdita del 6% rispetto alle 513 mila indicate nell’ultimo dato fornito dall’Istat per il 2010.
E la perdita è ancor più consistente se si considera la media degli ultimi quattro o addirittura dieci anni. Le ben note vicende legate a fenomeni di abbandono o di non raccolta, quando i ricavi non bastano a coprire i costi, sono alla base di questa flessione tendenziale delle produzioni olivicole. Questo problema, peraltro, potrebbe presentarsi anche quest’anno.
A far volgere la lancetta delle previsioni su terreno negativo quest’autunno hanno concorso però altri fattori legati sia al clima che all’alternanza, tornata prepotentemente a fare da ago della bilancia perché stanno diventando troppo onerose le pratiche per attenuarla, come la potatura annuale.
Il troppo caldo ha influito molto sulla fruttificazione e la persistente siccità, laddove non si è intervenuti con irrigazioni di soccorso, ha poi provocato in alcune aree avvizzimento delle drupe. Sul fronte qualitativo la mancanza di piogge, comunque, ha avuto anche un lato positivo perché ha impedito lo sviluppo di alcuni patogeni dell’olivo come la mosca. Inoltre sembra che le drupe sotto stress idrico sviluppino più polifenoli.
Quest’anno fare previsioni di produzione, soprattutto, per le regioni a maggior vocazione olivicola, ha significato mettere insieme realtà molto differenti, sia tra province che all’interno delle stesse. Areali, anche vicini, infatti, hanno mostrato tendenze opposte.
Rispetto alla ricognizione effettuata ad ottobre si evidenzia una lieve crescita delle stime per la Puglia, alla quale si accompagna una crescita seppur minore per Calabria e Sicilia. Il loro risultato ha attenuato la perdita consistente che si stima dalla Campania in su, con il Centro-Italia che sembra perdere oltre un terzo rispetto allo scorso anno. Ad interrompere la sequenza di segni negativi anche la Liguria. Nelle regioni del Nord, invece, l’autunno è stato più favorevole del previsto e in alcune regioni si evidenzia un inversione di tendenza rispetto a quanto stimato ad ottobre. Data l’esiguità delle produzioni, comunque, l’incidenza su scala nazionale è praticamente nullo.
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