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Olio di oliva: le esportazioni fanno sorridere il comparto
Nei primi undici mesi del 2013 sono cresciute di un 10 per cento. Il valore dell'export ammonta a +6,7% nei Paesi extra Ue che crescono di più rispetto a quelle rivolte al mercato europeo: +3,85%.
Roma – L’export dell’olio di oliva nel 2013 è cresciuto di oltre il 10 per cento rispetto all’anno precedente%. In particolare il valore delle esportazioni di olio d'oliva ammonta a +6,7% nei paesi extra Ue che crescono di più rispetto a quelle rivolte al mercato europeo: +3,85%. Il dato è emerso in occasione della presentazione della XXII edizione dei premi Ercole Olivario che saranno consegnati sabato 29 marzo nel teatro Caio Melisso di Spoleto. La statistica ufficializzata rientra nell’ambito dello studio sull’export agroalimentare italiano che nei primi undici mesi del 2013 vede tutti i settori segnare un incremento del valore delle esportazioni. I comparti che hanno maggiormente contribuito alla buona performance sono stati quelli di “vino e mosti” (+7,6%), ortaggi (+8%), oli e grassi (+10%), latte e derivati (+6,3%). I dati relativi al periodo gennaio-novembre 2013 (elaborazione su fonte Istat) mostrano che l’export agroalimentare italiano ammonta a quasi 31 miliardi di euro, mentre l’import è di circa 37 miliardi di euro. Entrambe le voci mostrano una crescita, rispetto allo stesso periodo del 2012. Il primo del 4,7% ed il secondo del 2,6%.
Per quanto riguarda la produzione olivicola in Italia si segnala invece che la produzione è abbastanza concentrata. L’incidenza percentuale della produzione sulla media nazionale è notevole per Puglia che detiene il primato con circa il 38% e la Calabria (22%). Seguite a distanza dalle altre regioni olivicole. Sicilia e Campania con circa il 9% della produzione totale e il Lazio con il 5 %.
Allo stesso tempo le olive destinate alla produzione di olio si attestano su un livello medio all’incirca pari a 28.000.000 di quintali. Le indicazioni sulla produzione di olio di oliva in generale della campagna 2013/2014 fanno stimare una flessione dell’8% rispetto ai 5 milioni di quintali conteggiati dall’Istat per la campagna precedente. La produzione si dovrebbe attestare su un livello di 4,8 milioni di quintali di olio. Come sempre nel settore olivicolo, la stima tiene conto di situazioni differenti all’interno della stessa regione ed anche tra zone adiacenti.
Soddisfazione per i risultati raggiunti è stata espressa oggi da Linda Lanzillotta Vice Presidente del Senato che ha presentato insieme ai presidenti di Uniocamere, Ferruccio Dardanello, e del comitato promotore del premio, Giorgio Mencaroni i risultati dell’edizione 2014 del premio Ercole Olivario.
“Nonostante la crisi economica e il caro euro, il Made in Italy simbolo di qualità, come l'olio d'oliva, è riuscito- ha detto Lanzillotta- a conquistare i mercati internazionali e la crescita lo scorso anno dell'export del 10% è un dato davvero incoraggiante” “Adesso non bisogna abbassare la guardia - ha proseguito - e chiederemo al Governo una reale attenzione per il comparto dell'agroalimentare che insieme all'abbigliamento, all'automazione e all'arredo-casa costituiscono le 4A con cui il Made in Italy è conosciuto nel mondo”.
Quella del 2014 un’edizione dell'Ercole Olivario che rispecchia l’andamento produttivo della campagna olearia. “98 i finalisti in gara selezionati tra 251 etichette provenienti da 16 regioni diverse in rappresentanza della migliore produzione di oli extra vergine di oliva e DOP italiana”. Ha affermato Giorgio Mencaroni presidente del comitato promotore dell’Ercole Olivario e della Camera di Commercio di Perugia. “La classifica delle regioni più virtuose – ha poi aggiunto - vede in “maglia rosa” il Lazio con 45 aziende, seguita dall’Umbria (34), la Puglia (32), Sicilia (31) e Abruzzo (25). Questo a dimostrazione ha concluso Mencaroni che l’olio è sempre più prodotto dell’identità nazionale che trova nella competizione virtuosa della ricerca della qualità il punto più alto di equilibrio”.
“Con 43 indicazioni protette, l’olio di oliva extra vergine è un ambasciatore straordinario dell’eccellenza agroalimentare made in Italy nel mondo” afferma il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, che aggiunge: “una qualità che questa manifestazione promossa dal Sistema camerale concorre da oltre vent’anni a mettere sul podio, contribuendo attraverso la qualificazione della filiera olivicola e dei suoi migliori prodotti ad accompagnare la crescita del settore e delle imprese.”
“Più ricercato perché diverso dagli altri oli. E’ l’olio extra vergine di oliva italiano di alta qualità certificata che, per fattori ambientali e varietali che a loro volta incidono in maniera specifica sulla variabile chimica del frutto, lo rendono unico- dice invece il direttore generale di Unaprol, Pietro Sandali- nel panorama dell’offerta mondiale dell’extra vergine”.
“Nella sostanza la differenza tra le produzioni olearie delle regioni italiane e altri oli non italiani è legata ad un particolare patrimonio chimico, costituito da un centinaio di molecole presenti in concentrazioni molto limitate e addirittura non presenti in questi ultimi, le cui variabili - ha concluso Sandali – costituiscono la differenza esplicita che contribuisce a determinare la biodiversità italiana promossa da Unaprol – Consorzio Olivicolo italiano e sostenuta dall’Ercole Olivario”.
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