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Olio extravergine: cantiere aperto sull'abolizione del panel test
La proposta avanzata dalla Spagna e in discussione nei prossimi giorni in seno al Coi darebbe spazio- spiega il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori- a frodi e contraffazioni
Roma- Il panel test per la classificazione degli oli potrebbe scomparire. A lanciare l’allarme è Gennaro Sicolo, presidente del Consorzio Nazionale degli Olivicoltori. La proposta, avanzata dalla Spagna- si spiega in una nota- spalancherebbe le porte in maniera definitiva a frodi e contraffazioni, in barba a qualsiasi politica di difesa della produzione nazionale. Il progetto di abolizione è maturato- si legge in una nota- - in seno al Coi, Consiglio Oleicolo Internazionale. La proposta sarà discussa lunedì 19 e martedì 20 febbraio in un incontro organizzato a Madrid. Intanto per cercare un avallo scientifico a questa-è specificato dal Consorzio- operazione è in circolazione un questionario per chiedere ad esperti e consulenti se l’abolizione del panel test possa in qualche modo favorire gli scambi commerciali.
“Una decisione del genere sarebbe intollerabile e sciagurata per la nostra olivicoltura - ha sottolineato Sicolo -.Chi opera sul mercato in maniera fraudolenta avrebbe vita facile con l’abolizione dell’unico controllo sulla qualità che abbiamo per certificare le caratteristiche degli oli e potrebbe, attraverso manipolazioni chimiche, propinare schifezze nefaste con la dicitura “extravergine” senza essere perseguibile per legge”. “Oli lavati, oli deodorati, oli alterati sarebbero praticamente autorizzati a scapito della salute dei consumatori”, ha inoltre incalzato il presidente. “Invece di fare passi in avanti ed introdurre anche la risonanza magnetica nucleare per tutelare produttori e consumatori, alcuni paesi europei, Spagna in testa, con il colpevole silenzio assenso di parte dell’industria, mirano ad azzerare i controlli per parificare sul mercato tutti gli oli - ha proseguito Sicolo.
L’olio extravergine d’oliva non è la coca cola, rappresenta l’alimento principe della dieta mediterranea certificato dai migliori studi a livello mondiale, non è una commodity ma un prodotto che deve essere valorizzato perché custode di storie e tradizioni”. “L’Italia deve reagire in maniera unitaria a tutti i livelli, sia politicamente sia attraverso il mondo associativo, per evitare questa catastrofe, per salvare la sua storia e per tutelare la salute dei consumatori”, ha concluso Sicolo