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Olio extravergine, solo il 5% della produzione può dirsi veramente italiana
Qualivta, sono 50 le Dop Igp del comparto, oltre 500 varietà di olive, 24 Consorzi di tutela
Roma-Solo il 5% della produzione olivicola nazionale può dirsi veramente italiana, in quanto proviene da un areale di produzione Dop Igp. Questa è l’unica certezza che oggi abbiamo nel mondo dell’olio extravergine d’oliva, sempre più oppresso da contraffazioni e imitazioni, oltre che schiacciato da quella che si può definire una vera e propria “ibericizzazione” del prodotto. È questo il messaggio che parte dalla tavola rotonda organizzata a Siena, in occasione dei lavori del Coi (Consiglio Olivicolo Internazionale), da Fondazione Qualivita in collaborazione con Origin Italia, l’Associazione italiana dei Consorzi di tutela, sul tema delle Dop Igp nel settore dell’olivicoltura.
Sono 50 le Dop Igp dell’olio extravergine d’oliva in Italia, numeri da primato europeo. Dai terrazzamenti liguri alle colline umbre o toscane, dalle piane pugliesi alle valli siciliane, dalle pendici dei monti abruzzesi ai laghi lombardi, l’extravergine d’oliva italiano si esprime con oltre 500 varietà di olive. I 24 Consorzi di tutela riconosciuti dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste coordinano il lavoro di circa 23.500 operatori impiegati nel settore. Tuttavia, come detto, la produzione certificata DOP IGP equivale oggi al 5% della produzione totale nazionale, con un grande potenziale di crescita che potrebbe rappresentare il fattore chiave per il rilancio di una vera filiera italiana e la lotta all’ibericizzazione.