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Olio straniero in 2 bottiglie su 3. Coldiretti lancia l'allarme
L'organizzazione agricola, con lo studio “Salvaolio” , denuncia il rischio import e la frode ai consumatori
Roma- Le importazioni di olio di oliva dall’estero sono destinate a superare il mezzo miliardo di chili con il risultato che sul mercato nazionale più di due bottiglie di olio di oliva su tre conterranno prodotto straniero. A denunciare lo scenario economico è di Coldiretti a seguito del crollo dei raccolti nel nuovo anno. L’organizzazione agricola, con lo studio “Salvaolio” ( presentato in occasione della manifestazioni degli agricoltori scesi in piazza a Roma per salvare gli uliveti italiani), segnalala che il rischio per i consumatori –è che nelle bottiglie di olio, magari vendute sotto marchi italiani ceduti all’estero o con l’etichetta delle grande distribuzione, si trovi prodotto straniero (tunisino, spagnolo o greco), peraltro favorito da etichette dove l’indicazione della provenienza è spesso illeggibile.
Nel 2018 gli arrivi di olio dalla Tunisia sono tra l’altro raddoppiati (+100%) e potrebbero crescere ulteriormente – aggiunge Coldiretti – se l’Unione Europea rinnoverà l’accordo per l’ingresso di contingenti d’esportazione di olio d’oliva a dazio zero verso l’Ue per 35mila tonnellate all’anno scaduto il 31 dicembre 2017, oltre alle 56.700 tonnellate previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia (in vigore dal 1998).
Oggi sulle confezioni – conclude Coldiretti – è praticamente impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari” obbligatorie per legge nelle etichette dell’olio di oliva dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario N.182 del 6 marzo 2009