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Ortofrutta, Mipaaf e organizzazioni agricole lavorano a una exit strategy

Il ministro per le Politiche agricole alimentari e forestali ha incontrato i presidenti di Confagricoltura, Coldiretti, Cia , Copagri e Fedagri al fine di dare soluzioni alla crisi di settore

Roma - Continua il pressing delle organizzazioni agricole sulla crisi dell'ortofrutta e in particolare sulla frutta estiva. Dopo le sollecitazioni sul problema fatte dai rappresentanti di categoria nelle ultime settimane si è tenuto in queste ore un incontro con Saverio Romano, ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf). Sul tavolo di confronto gli aiuti comunitari a sostegno del reddito degli agricoltori  e le quotazioni della frutta.

Nell'analizzare la problematica Confagricoltura ritiene necessario che "la filiera dell’ortofrutta va riequilibrata”. Ha aggiunto inoltre che  “C’è un forte divario tra il prezzo pagato al produttore ed il prezzo finale al consumatore – osserva Confagricoltura -. L’estate scorsa le nettarine spuntavano all’origine 75 centesimi al kg e le pesche 61. Oggi le quotazioni sono praticamente dimezzate”.

Un kg di pesche noci (nettarine) – spiega Confagricoltura - viene pagato all’agricoltore 34 centesimi (quindi sottocosto, perché produrlo e raccoglierlo costa almeno 0,45 euro/kg), il grossista lo rivende a 71 centesimi (quindi raddoppiando l’importo) e nei negozi e nella GDO lo si trova a un prezzo che va da 1, 75 euro/kg sulle piazze del Sud, a 1,90 su quelle del Centro, a 2,15 su quelle del Nord (media nazionale 1,95 euro/kg). Per le pesche a polpa gialla si va dai 31 centesimi al kg al produttore, a 1,85 come prezzo medio di vendita finale.

“La situazione nelle campagne è drammatica, con quotazioni crollate al di sotto dei costi di produzione, spingendo molti produttori a sospendere l’attività di raccolta. L’agricoltore è anche consumatore ma spesso ce ne dimentichiamo – afferma Confagricoltura -. In più occasioni abbiamo fatto un esempio sintomatico: per acquistare un caffè al bar il produttore deve spendere quanto ricava dalla vendita di tre-quattro chili di pesche”.

“Nei passaggi dal campo alla tavola il prezzo delle pesche aumenta di quasi sei volte – denuncia l’Organizzazione degli imprenditori agricoli -. Quello che chiediamo è una diversa ridistribuzione dei ricavi lungo la filiera e che venga calmierato il prezzo al consumatore, in modo da consentire al frutticoltore di poter collocare maggiori quantitativi di prodotto. Perché l’assurdità è che, nonostante i prezzi bassi all’origine, i consumi non crescono”.

“Aiuti comunitari a sostegno del reddito degli agricoltori nella campagna in corso; aiuti al credito e richiesta di moratoria ABI per le scadenze di credito; maggiore incisività e attenzione alle politiche di settore dell'UE partendo dal ruolo delle OP (organizzazioni di produttori) e della OCM ortofrutta; iniziative legislative per regolamentare i rapporti con la GDO in analogia con quanto avviene in altri paesi europei come la Francia; istituzione infine di un Osservatorio per monitorare il settore e le crisi e per valutare la correttezza dei comportamenti dei competitor, al fine di evitare dumping e governare il mercato”. Sono invece queste le richieste presentate dal presidente di Fedagri Maurizio Gardini a nome di tutta la cooperazione agroalimentare, intervenendo anche in rappresentanza di Giovanni Luppi, presidente Legacoop Agroalimentare e di Giampaolo Buonfiglio, presidente AGCI-Agrital. Un ringraziamento particolare è stato inoltre espresso dalle organizzazioni cooperative agricole italiane al Ministro Romano “per la sensibilità politica dimostrata nei confronti del sistema organizzato cooperativo”.

“La crisi che si sta facendo sentire specie in alcuni territori - ha evidenziato Gardini - richiede il coinvolgimento al Tavolo anche delle Regioni, per concordare in modo sinergico azioni e misure da mettere in atto e per sostenere con forza uno dei comparti di maggior valore della nostra produzione nazionale”.

“Dal confronto avviato stamane con i presidenti delle organizzazioni di rappresentanza sul tema della crisi che investe il settore dell’ortofrutta è emersa - ha commentato invece il ministro Saverio Romano -  la consapevolezza che occorre agire non solo per fronteggiare l’emergenza, e quindi con tempi molti brevi, ma anche per un intervento strutturale che andrà declinato nei sui vari aspetti. Non è un mistero che le crisi di questo settore si susseguano, nonostante l’impiego di risorse rilevanti. Ritengo che il documento congiunto che è stato posto all’attenzione del Ministero descriva lucidamente le criticità del comparto. Tra i nodi strutturali che affronteremo vi è senza dubbio quello del rapporto tra il mondo della produzione e la grande distribuzione e in tal senso credo che il Ministero possa in modo qualificato farsi promotore di un incontro operativo tra le due realtà. Aggiungo che è di fondamentale importanza l’azione che intendo promuovere è relativa ad accordi con il sistema bancario, al fine di individuare soluzioni mirate per le esigenze delle categorie produttive. E’ mia intenzione procedere inoltre al coinvolgimento delle Regioni affinché, con loro, si possa coordinare una strategia comune al fine di una razionalizzazione della spesa che risponda a criteri di crescita del settore ortofrutticolo. Il documento che i presidenti Mario Guidi, Sergio Marini, Giuseppe Politi e Franco Verrascina hanno consegnato è già all’esame degli uffici del Mipaaf proprio per verificare i contributi che fornirà ai provvedimenti da adottare e le proposte da avanzare sul piano normativo.”

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