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Politica agricola comune: il criterio dell'assegnazione degli aiuti fa litigare Italia e Polonia
Il ministro del Mipaaf Galan si oppone alla proposta che prevede la superficie come criterio dominante nel calcolo della ripartizione dei fondi
Roma - Si fa sempre più duro il confrontro tra Paesi europei sulla futura Politica agricola comune (Pac). L'ultimo diverbio nell'incontro del Consiglio dei Ministri europeo dell‘agricoltura ha visto protagonisti proprio l'Italia e la Polonia. Oggetto dello scontro la ripartizione degli aiuti da fare sulla base del criterio della superficie proposto dalla Polonia. Netta,chiara e contraria è stata la posizione del ministro per le Politiche agricole Giancarlo Galan. I ministri, sulla base di questa e altre posizioni, erano chiamati a pronunciarsi su un documento di conclusioni del Consiglio Ue che indicasse gli orientamenti per la futura Pac. Gli Stati membri non sono però riusciti a raggiungere una posizione comune.
"L'Italia - ha detto il responsabile del dicastero di Via XX Settembre - non sottoscriverà mai un documento sul futuro orientamento della Politica agricola comune che preveda la superficie come criterio dominante nel calcolo della ripartizione degli aiuti europei all'agricoltura, neppure con grandissimi termini di dilazione. Per noi - ha proseguito il ministro - è un punto irrinunciabile''.
Il ministro, opponendosi alla proposta polacca relativa alla superficie - ha inoltre ribadito con estrema energia il diritto dei nostri agricoltori a ricevere un volume di sostegno proporzionale al valore delle nostre produzioni. In quanto ha detto che è inaccettabile non riconoscere ai nostri produttori una professionalità centenaria, che si coniuga ad una straordinaria capacità di adeguarsi alle nuove tecnologie e alle nuove esigenze del mercato e dei consumatori. Ha aggiunto inoltre che può suonare strano agli orecchi di qualcuno ma l‘agricoltura non è tutta uguale, molte produzioni - ha incalzato - non sono neanche paragonabili fra di loro.”
Il ministro ha fatto presente ancora ai colleghi europei - che un “altro punto fondamentale - è di evitare di sottoporre gli agricoltori a una tassazione suppletiva e ingiustificata, quella della burocrazia; non possiamo permettere - ha spiegato nel dettaglio - che il mondo dell’agricoltura italiana sia costretto a sottostare ad una burocrazia aggiuntiva che finirebbe per ridurne la capacità produttiva.“
In una nota il ministro - guardando alla situazione interna - ha segnalato inoltre che “una volta definita la Pac sarà necessario creare una politica di coordinamento che non la svilisca ad un semplice stanziamento di fondi alle Regioni. Fermi restando i principi del federalismo un settore come l’agricoltura ha bisogno di un coordinamento delle sue politiche a livello nazionale".
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