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Parmalat, Intesa Sanpaolo strizza l’occhio ai fondi esteri
Secondo fonti finanziarie la banca socia del gruppo alimentare difficilmente scenderà in campo per ostacolare il piano per il rinnovo del Cda ideato da Mackenzie, Skagen e Zenit. Favorito per la carica di presidente resta Masera
Roma - Intesa Sanpaolo potrebbe dare il benestare all’operazione dei fondi esteri soci di Parmalat. La banca guidata da Corrado Passera non sarebbe infatti ostile al piano messo in piedi da Mackenzie, Skagen e Zenit riguardante una lista per il Consiglio di amministrazione (Cda) da portare all'assemblea di Collecchio del 12-13-14 aprile.
Al momento si è fatto sapere che l’elenco delle candidature sarà pronto a stretto giro di tempo e comunque in tempo per il deposito del 18 marzo. Entro poche settimane dovrebbero essere anche definiti i nomi dei candidati. Nella lista però potrebbe ancora non figurare quello del futuro amministratore delegato. Un' incognita sul nome – dicono i bene informati – dovuta al fatto che i fondi esteri starebbero cercando una personalità di alto profilo con competenze industriali capace di dare una svolta alla gestione del gruppo alimentare al momento guidato dall’attuale amministratore delegato Enrico Bondi. Per questi motivi – secondo indiscrezioni, per la nomina di vertice si potrebbe procedere in un momento successivo l'assemblea e dell’insediamento del nuovo board.
Intanto per la carica di presidente il più accreditato sarebbe l'ex numero uno del Sanpaolo Imi Rainer Masera e lo stesso Masera, secondo quanto riportato da un quotidiano nazionale avrebbe accettato la proposta dei fondi Mackenzie, Skagen e Zenit. Masera, nella lista da sottoporre al voto dei soci dell’azienda, verrebbe affiancato da altri nomi italiani e da un paio di stranieri
In tutto questo contesto, secondo autorevoli fonti degli ambienti finanziari, si fa presente un atteggiamento non ostile di Intesa Sanpaolo, socia di Parmalat con il 2,4%, all'iniziativa dei fondi esteri azionisti del gruppo alimentare con il 15,3% complessivo. La banca guidata da Corrado Passera- viene segnalato - difficilmente scenderà in campo per ostacolare i fondi con una lista alternativa che comprenda anche Bondi per un terzo mandato alla guida del gruppo.
Allo stesso tempo – si fa presente - che non è escluso invece che Mediobanca, socia di Collecchio con una quota sotto il 2%, possa valutare di schierarsi al fianco dell'attuale gestione, alla quale i soci esteri riconoscono il merito di aver risanato il gruppo dopo il crac del 2003, ma contestano la capacità di guidare l'azienda verso una nuova fase di sviluppo che comprenda anche acquisizioni.
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