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Parmalat: l’ancora di salvataggio dell'italianità è la quota di minoranza

La Cassa Depositi e Prestiti, dopo l’opa francese, starebbe valutando la possibilità di entrare nella compagine azionaria come socio istituzionale attraverso il Fondo strategico previsto dalle norme anti-scalata

Roma- Ora la strada per salvare l’italianità è la quota di minoranza. Sembra questa la strategia intrapresa in queste ore dalla Cassa Depositi e Prestiti, braccio operativo del Tesoro a cui è stato affidato un ruolo di primo piano nell’operazione Parmalat. Intanto Lactalis viaggia a vele spiegate verso il totale controllo del gruppo di Collecchio dopo l’annuncio dell’offerta pubblica di acquisto (Opa).

Il gruppo lattiero-caseario transalpino conta di presentare entro poco tempo alla Consob tutta la documentazione per il lancio dell’offerta : 2.6 euro per azione. Secondo i beni informati la presentazione dovrebbe essere fatta per venerdì. Se ci sarà qualche ritardo sarà legato
alla presentazione del filing necessario per l'acquisto del controllo di Parmalat (in Borsa -0,39% a 2,55 euro). E’ bene ricordare che il Tuf mette a disposizione venti giorni per la stesura del tutto. Dopodiche' la parola passa alla Consob che dovra' esprimersi entro quindici giorni.

In pratica, tranne difficoltà dell’ultima ora, l'offerta potrebbe partire a meta' maggio, in modo da chiudersi in tempo per l'assemblea di giugno (il 25 in prima convocazione), chiamata a rinnovare il consiglio d'amministrazione e sancire quindi la fine della gestione targata Enrico Bondi e l'inizio di quella francese.
La Cassa Depositi e Prestiti , in ordine alla sua mission , starebbe invece valutando la possibilità di entrare nella compagine azionaria come socio istituzionale attraverso il Fondo strategico, che sta per essere costituito come previsto dalle norme anti-Opa messe a punto dal ministro del Tesoro Giulio Tremonti.

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