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Pasta, panzerotti, pizza sliders, piadine, tigelle: ecco la ricetta per aprire un ristorante tricolore di successo a New York

In tempi di crisi cresce nel Paese la voglia di espatriare per cercare lavoro o creare attività più redditizie. Molti in questo periodo sono i consigli degli esperti per i ristoranti made in Italy

Roma- Le ricette anti-crisi possono essere diverse. Risposte e soluzioni certe al problema nessuno può darne. In questo momento difficile molti pensano di lasciare il Belpaese per andare all’estero. Tra le mete preferite degli italiani resta sempre la Grande Mela. Gli Stati Uniti e New York però non sono più, come un tempo, il luogo delle grandi opportunità vista la situazione economica. Nonostante questo per chi avesse voglia e determinazione per scommetterci e provarci i consigli di esperti e agenzie specializzate non mancano. Ebbene avere dunque, non grosse risorse finanziarie, ma idee chiare sul quadro economico del mercato per aprire un’eventuale attività ristorativa è importantissimo.

In una città come New York – spiegano gli esperti- la concorrenza è spietata ed ogni giorno si assiste ad aperture di nuove e stravaganti attività, ma anche – purtroppo – chiusure di ristoranti che non sono riusciti a cogliere il trend di rinnovamento che è in voga negli Stati Uniti.
Gli ultimi anni, infatti, sono stati testimoni di uno sviluppo molto sostenuto del settore food e di una ricerca, da parte delle persone, di nuovi cibi da assaporare e nuovi concept di ristorazione da provare. Lo spazio dunque per aprire un nuovo ristorante a New York c’e’, basta seguire la moda e le abitudini del momento. La nuova tendenza dei ristoranti a New York- dico i consulenti del settore- è aprire un locale di pochi metri quadrati. Dimensioni ridotte, cucine ad incastro, passaggi angusti dove a fatica si sta in due persone, menu specializzati ma ridotti. In altre parole, riduzione ai minimi dei rischi e massimizzazione del ricavo.

Ai tanti che chiedono se questa è veramente una strategia perseguibile gli esperti rispondono che è vero che i ristoranti hanno bisogno di uno spazio abbastanza ampio, ma per dimostrare l’efficacia e le potenzialità della strategia citano esempi di micro ristoranti a New York quali Scream Gelato Bar, nell’Upper West side, locale di circa 10 metri quadrati con un un ricavo annuo di 30000$ al metro quadro, il Meatball Obsession, nel Greenwich village (ristorante specializzato in polpette di circa 19 metri quadrati con un ricavo per 1 metro quadrato di 34000 $), il Simply Slides, a Midtown West specializzato in piccoli hamburger o il Biscous Ciao, nel West Village, locale di 16.7 metri quadri circa con un ricavo annuo di 25000 $ al metro quadro e specializzato in Macarons. Alla domanda su quale sia il loro successo viene risposto che sono il servizio rapido ed efficiente, nonostante le lunghe code di attesa, a garantire la fortuna di questi locali spesso costituiti da un’unica vetrata e da un tavolino all’esterno. Insomma- incalzano gli esperti- i micro ristoranti di New York sono simbolo di qualita’ e convenienza per i numerosi impiegati che si affannano ogni giorno per trovare un posto dove prendere un boccone al volo.

Su quali possono essere dunque le armi di un ristoratore italiano per vincere la concorrenza e proporsi a New York viene risposto la cucina italiana offre innumerevoli spunti per poter avviare un'attività di questo tipo. Si potrebbe aprire un ristorante specializzato in: pasta, servita con una grande varietà di sughi, ravioli, personalizzabili nell’impasto e nei sughi, panzerotti, dai mille ripieni, pizza sliders, piadine, tigelle. Viene inoltre consigliato che i sicuri rapidi profitti ottenuti vanno poi riversati in un nuovo investimento per aprire altri ristoranti uguali in differenti zone di New York, con lo stesso innovativo modello di business. E non si parla- specificano - di fumosi progetti e prospettive irrealizzabili: Bake by Melissa, specializzato in cupcake, partito con l'apertura di un primo piccolo punto vendita a New York ora ne conta 12 sempre a New York, fidelizzando i clienti e riuscendo ad aumentarne in numero costantemente nel tempo. Magazzinaggio dei prodotti e produzione vengono fatti in una cucina industriale a Brooklyn ed il prodotto finito viene poi distribuito nei punti vendita di New York ogni mattina.

in data:26/02/2014

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