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Pesca, cinque risoluzioni impegnano il governo
Il caro carburante, le difficoltà e gli oneri derivanti dall'applicazione di alcune regolamentazioni europee, non sempre adeguate alle specificità della pesca mediterranea. Ma anche la tracciabilità del pesce d'importazione, gli sgravi contributivi per la gente di mare ed il ricorso agli ammortizzatori sociali.
Sono questi i principali argomenti sui quali la Commissione Agricoltura della Camera dei deputati ha chiesto l’impegno del Governo approvando, oggi, 5 risoluzioni sulla pesca. Rispettivamente a prima firma del presidente Paolo Russo e dei deputati Corrado Callegari, Anita Di Giuseppe, Teresio Delfino e Luciano Agostini i documenti sono stati votati all’unanimità dai componenti dell’organismo parlamentare.
“Il preoccupante scenario dell'attuale congiuntura negativa, la necessità di affrontare l'aumento dei costi e le difficoltà e gli oneri conseguenti al nuovo regime di regole, adempimenti, sanzioni e controlli, rischiano – ha commentato il presidente della commissione Paolo Russo - di costituire un peso organizzativo ed economico eccessivo per il sistema italiano della pesca, che deve essere attentamente valutato per scongiurare il rischio di compromettere la sopravvivenza del settore”.
Al centro dell’attenzione della Commissione Agricoltura, dunque, anche la necessità di risolvere problemi di carattere normativo, prevedendo modifiche che possano agevolare lo sviluppo del comparto, anche attraverso la semplificazione degli oneri burocratici. All’esame dei parlamentari, infatti, alcune proposte di legge che puntano a sostenere e rafforzare le imprese ittiche per agevolarne la crescita dimensionale e renderle competitive in un mercato ormai globale. Sul tappeto la disciplina di alcuni strumenti finanziari, la programmazione negoziata, i distretti, i centri di assistenza per lo sviluppo della pesca, la promozione della cooperazione e dell’associazionismo, l'imprenditoria giovanile, nonché alcune agevolazioni di carattere fiscale e previdenziale.
“L’obiettivo del nostro lavoro – ha spiegato ancora Russo – è quello di favorire attività di pesca moderne e competitive. Per questo motivo siamo impegnati a migliorare la performance normativa nazionale oltre che ad ottenere in sede comunitaria misure compatibili con la specificità della pesca mediterranea”.
Sul fronte europeo prosegue, intanto, l’impegno della Commissione Agricoltura a far valere le ragioni della pesca italiana.
Martedì prossimo, infatti, il presidente Paolo Russo parteciperà alla riunione dei presidenti delle commissioni agricoltura e pesca dei parlamenti nazionali con i rappresentanti della commissione europea e dalla commissione Pesca del parlamento europeo per discutere della riforma della politica comune della pesca.
Con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, il Parlamento europeo è chiamato a co-decidere per la prima volta con il Consiglio la prossima riforma della Pcp. A tal fine, esso conta sul dialogo e la collaborazione con i parlamenti nazionali.
L'obiettivo dell’incontro sarà pertanto quello di discutere della riforma della Pcp, sulla base delle proposte legislative e degli atti non legislativi costituenti il "pacchetto riforma". Questi gli argomenti all’ordine del giorno: la riforma del regolamento di base della Pcp, l’organizzazione comune di mercato e le organizzazioni di produttori, le prospettive del nuovo fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca.
Il confronto poi proseguirà a Roma quando, il 15 marzo, la commissione Agricoltura della Camera incontrerà Maria Damanaki, commissario europeo per gli affari marittimi e la pesca.
“La specificità del mare Mediterraneo impone al nostro Paese – sottolinea Russo - di difendere, senza pregiudizi e senza sterile campanilismo, la nostra pesca e le nostre tradizioni. Il nostro desiderio è quello di consentire ed alimentare l’utile d’impresa e le attività di pesca nazionali. Per queste ragioni quella del 15 marzo è una tappa importante lungo il percorso di un confronto aperto sulle ragioni dei pescatori d’Italia”.