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Filiera Corta

Prezzi in crescita per caffè e zucchero

A novembre, sulla base delle stime preliminari dell'Istat, gli aumenti sono pari al 16,5% e 17,2%

Roma – Aumentano i prezzi dello zucchero e del caffè nel mese di novembre. A rilevarlo è l’Istat nelle stime preliminari. L’incremento su base tendenziale è rispettivamente del 17,2% e del 16,5%.

Complessivamente l'inflazione a novembre è diminuita al 3,3% su base annua, registrando un calo dello 0,1% su base congiunturale. Ad ottobre l'inflazione era al 3,4%

L’andamento internazionale delle quotazioni delle materie prime ha provocato - commenta la Coldiretti - un rincaro consistente del costo della tazzina anche in Italia. L’aumento dei prezzi di caffè e zucchero potrebbe dunque portare a una modifica delle abitudini alimentari, specie a colazione, spingendo gli italiani verso alternative, anche più salutari, come la spremuta di agrumi. Proprio in questo periodo entra nel vivo la stagione di arance, mandarini e clementine, con una produzione stimata di circa 2,4 milioni di tonnellate e una qualità che si annuncia ottima.

Un’idea tanto più utile – ricorda la Coldiretti - se si considera che la componente fondamentale delle arance la vitamina C, importantissima per il potenziamento delle difese immunitarie in vista dell’arrivo dell’influenza stagionale. Il consumo di arance, mandarini e clementine, infatti, ha effetto contro i radicali liberi prodotti dal nostro organismo nel periodo invernale che vanno a fare decadere dal punto di vista fisico e psichico l’organismo stesso. Invece di prendere sostanze multivitaminiche che vanno per la maggiore di questi tempi - continua Coldiretti - una corretta assunzione naturale di vitamina C attraverso gli agrumi oltre a incidere molto meno dal punto di vista economico sulle tasche dei consumatori gioca un effetto migliore sulla salute e gratifica il palato.

Le arance – spiega ancora la Coldiretti - sono il secondo frutto, dopo le mele e prima delle banane, consumato in quantità dagli italiani. Se sommiamo alle arance i consumi di clementine, limoni e mandarini, possiamo tranquillamente dire che gli agrumi, nel complesso, sono il frutto fresco più presente sulla tavola degli italiani. Lo stesso discorso vale per i succhi di frutta, con il primato dei prodotti a base di arancia. Nel caso dei derivati esiste però il problema della mancanza di etichettatura trasparente. Infatti sulle confezioni non è ad oggi obbligatorio riportare la provenienza degli agrumi utilizzati nei succhi, ma anche nelle bibite, spesso a base di concentrati provenienti da migliaia di chilometri di distanza. Non solo, troppo spesso si trovano sul mercato prodotti poco trasparenti, le cosiddette bibite di fantasia, che ingannano il consumatore, soprattutto i giovani, sugli effettivi contenuti di questi prodotti, veri concentrati di zuccheri e aromi, ma poveri, se non privi, dell’effettiva presenza di agrumi nei loro ingredienti.

 Commentando i dati sull'inflazione Confagricoltura calca invece la mano sui prezzi della frutta e verdura “I prezzi di frutta e verdura al consumo aumentano - dice l'organizzazione agricola -  ma dei rincari non si avvantaggiano gli agricoltori, Confagricoltura in particolare tiene a  evidenziare il rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari non lavorati (+2,6% a novembre 2011 rispetto allo stesso mese del 2010, a fronte di un’inflazione generale al 3,3%).

Per comprendere la situazione in atto, Confagricoltura pone come esempio emblematico le quotazioni delle clementine, sulla base dei dati rilevati oggi (30 novembre 2011) da “Sms Consumatori”, l’osservatorio avviato dal ministero per le Politiche agricole: il prezzo di vendita delle clementine al produttore è stato di 0,28 euro/kg, quello all’ingrosso di 1,13 euro/kg e il prezzo finale di vendita è stato mediamente di 1,75 euro/kg quasi sette volte in più (circa il 700%) di quello nelle campagne. La quotazione media delle clementine al consumo, negli ultimi 15 giorni è stata di 1,89 euro/kg.

Per le imprese agricole - ricorda Confagricoltura - solo a partire da ottobre c’è stato un parziale recupero di redditività, dopo un lungo periodo di riduzioni generalizzate dei prezzi all’origine di frutta e verdura; Resta la forbice tra prezzi al consumo e prezzi finali. “Abbiamo sollecitato più volte - conclude l’Organizzazione degli imprenditori agricoli - un riequilibrio della filiera”.

in data:30/11/2011

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