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Prosecco, sempre più lifestyle tra tradizione e territorio
Lo spumante, prodotto in Veneto e in Friuli Venezia Giulia, continua a cavalcare le tendenze nazionali ed internazionali. Cliccatissimo nei motori di ricerca e molto amato come aperitivo
Roma- I più bravi e i più preparati lo definiscono un prodotto da Lifestyle. Nella Capitale, più esplicitamente e ruvidamente, è definito dai più, tanto per fare un esempio un po’ più eclatante, un prodotto da piacioni e più semplicemente molto apprezzato dal generone romano, fatto sta che il Prosecco, grazie alle qualità organolettiche di produzione continua a dominare consumi e cavalcare le tendenze nazionali e internazionali. L’ultima ricerca in ordine di tempo è “Generazioni Docg” condotta dagli studenti della Fondazione ITS Cerletti di Conegliano e i cui risultati, in parte anticipati durante la scorsa edizione di Vinitaly, sono stati presentati in questi giorni alla Scuola Enologica alla presenza della Preside dell’Istituto Damiana Tervilli e dalla Presidente della Fondazione, Rosanna Carpenè, quinta Generazione della dinastia più longeva della spumantistica Italiana.
L’analisi, realizzata per delineare il profilo del consumatore tipo del Prosecco e capire come esso ne percepisca il valore in termini di immagine, qualità, modalità di acquisto e di consumo, sottolinea appunto come il Prosecco sia considerato principalmente un simbolo del Lifestyle. Discorso a parte merita invece il discorso nel Triveneto dove assume connotati più profondi e al termine Prosecco si associano tradizione e territorio, ma anche competenza ed economia, come testimoniano i numeri della denominazione riassumibili in 72 milioni di bottiglie vendute nel 2012, equivalenti a un fatturato di circa 470 milioni di euro.
Un risultato che trova conferma nella conoscenza del prodotto: dall’indagine è emerso che i più “curiosi” sono gli Stati Uniti, che mensilmente “cliccano“ ben 50.000 volte nei motori di ricerca il termine “Prosecco” e a cui corrisponde poi una fetta dell’8% del fatturato. Paese di navigatori web anche il Regno Unito, con oltre 33.000 click al mese e una quota di acquisti che si traduce nel 17% del fatturato totale export. Sorpresa per la Germania, che di click al mese ne fa poco meno di 15.000 ma si assesta saldamente al comando come primo mercato delle esportazioni per il settore
Dal punto di vista dei consumi, attraverso una somministrazione di questionari indirizzati a un campione selezionato di 320 soggetti individuati in 25 province diverse di tutta Italia, è emerso invece che il 90% degli intervistati consuma abitualmente Prosecco: il consumatore tipo è soprattutto di genere maschile (61%), rientra nella fascia di età tra i 18 e i 35 anni (59%) ed è ben informato sulla differenza tra Doc e Docg (73%). Il 76% di questi sceglie la Docg, in particolare le tipologie Brut (34,5%), Extra dry (24,4%) e Dry (23,7%). Il consumo più frequente è al bar (47%) e a casa (35%), meno al ristorante (14%) e in enoteca (5%). Il consumo al bar è diffuso soprattutto nella fascia d’età 18-35 mentre il consumo a casa è più frequente per gli over 45. La modalità di consumo preferita da due terzi degli intervistati (67%) è come aperitivo e durante i pasti (29%), mentre raramente viene consumato dopo i pasti (5%). La frequenza di consumo è di media una volta alla settimana per il 44% degli intervistati, due volte per il 31%, più spesso per il 19% e solo il 6% lo consuma meno di una volta a settimana: la frequenza è più o meno equivalente per tutte le fasce d’età.
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