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Psr, avanza la legge che mette ordine ai finanziamenti

 Programma nazionale di sviluppo rurale (Psr): la commissione Agricoltura della Camera dei deputati ha licenziato il testo definitivo della proposta di legge di cui è primo firmatario Paolo Russo, presidente dell’organismo parlamentare. L’impianto della norma - si legge in una è adesso pronto per ricevere il parere delle altre commissioni permanenti.

Con l’iniziativa parlamentare, spiega Russo, “cercheremo di evitare che l’ Italia, oggi e per il futuro, possa perdere le risorse stanziate dall’Unione europea. Vogliamo scongiurare che, in virtù del disimpegno automatico delle risorse stanziate ma non spese dalle singole regioni, fondi di vitale importanza per lo sviluppo della nostra agricoltura imbocchino la strada del ritorno in Europa”.

La proposta di legge, che punta ad un unico piano di finanziamento il cui ammontare è costituito dalla somma delle dotazioni finanziarie dei programmi regionali, al secondo comma dell’articolo 1, prevede infatti che: “il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, stabilisce, nell'anno 2014, sulla base dell’andamento della spesa dei programmi per il periodo 2007-2013, le assegnazioni finanziarie per la copertura delle dichiarazioni di spesa delle regioni, delle province autonome e della Rete rurale nazionale eccedenti la dotazione finanziaria stabilita da ciascuna decisione della Commissione europea, mediante l’individuazione delle somme non utilizzate da parte delle regioni, delle province autonome e della Rete rurale nazionale”.

“Dal testo si evince dunque chiaramente – sottolinea Paolo Russo – che non si tratta, da parte nostra, di una deriva centralista bensì della volontà di avviare un meccanismo in grado di evitare che le regioni che sono più indietro nella spesa perdano risorse. E’ una battaglia che condurremo fino alla fine per non far svanire opportunità essenziali per gli agricoltori italiani. Non ci interessa dare voti e pagelle, nonostante alcune regioni siano in un oggettivo ed imbarazzante ritardo. Ci preme piuttosto che l’Agea e l’Ismea facciano, come stanno facendo la propria parte, che le regioni siano più attente e che comunque non un euro dei nostri agricoltori ritorni in Europa”.
“Non so – conclude il presidente della commissione Agricoltura - se eventuali disimpegni di risorse già stanziate comportino censure e sanzioni da parte della Corte dei Conti. So però per certo che nessuno che abbia un po’ di senso di responsabilità potrebbe permettersi una inerzia che mette a repentaglio 800 milioni di euro destinati agli agricoltori italiani”.

in data:15/08/2010

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