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Quasi due milioni di italiani dicono addio agli alcolici
E’ quanto emerge da un recente studio condotto da Nielsen per Federvini relativo al periodo 2001-2015. Il vino rimane il prodotto più diffuso con una frequenza di consumo decisamente più alta di tutte rispetto alle altre bevande
Roma- Le bevande alcoliche perdono negli ultimi cinque anni 1,8 milioni di consumatori (-5%) per un totale di 32,2 milioni. E’ quanto emerge da un recente studio condotto da Nielsen per Federvini relativo al periodo 2001-2015. Il vino rimane il prodotto più diffuso e con la frequenza di consumo decisamente più alta di tutte le altre bevande alcoliche e vede uno dei cali più importante con un trend del - 5% (-1.218 bevitori). In calo anche il trend dei liquori (-30%), dei distillati (-17%), dei cockail alcolici (-31%). Tengono invece i consumi di champagne, spumante e prosecco e quelli di aperitivi alcolici. I dati confermano dunque una lieve ripresa dei consumi fuori casa, soprattutto nei ristoranti e nelle pizzerie, e continuano ad essere associati al cibo e alla socialità, in una parola allo “stile mediterraneo”.
Se da una parte i consumi interni presentano un andamento poco dinamico e fanno fatica a crescere, le esportazioni continuano a dare risultati soddisfacenti confermando il valore del prodotto Made in Italy. Il comparto vinicolo si conferma essere il settore a maggio vocazione all’export, seguito dalle acquaviti e liquori e dagli aceti. Nel 2015 l’Italia ha esportato vini e mosti per un valore pari a 5,5 miliardi di Euro (+4,8% sull’anno precedente) ed in volume 21 milioni di hl (-2,3%): gli Stati Uniti sono il mercato extra UE più premiante con 1,2 miliardi di Euro (+13,8%) e 3,2 miliardi di hl (+6,6%). In Europa invece la Germania si conferma primo mercato, immediatamente seguito dall’Inghilterra.
Gli spumanti continuano ad esprimere performance brillanti segnando un + 24,5% in quantità con 512 mila hl ed un + 28% in valore con 194 milioni di Euro. Risultati eccellenti in particolare in Germania (+4,6% in volume e + 2,9% in valore) e nel Regno Unito (+45,7% in volume e +51% in quantità)
I vini aromatizzati hanno presentato invece un rallentamento in valore (-12,6% con 148 milioni di Euro) e in volume (-12,3% con 991 mila hl). I vini aromatizzati raggiungono buoni volumi in Francia con 171 mila hl ed un valore di quasi 28 milioni di Euro ed in Germania con 166 mila hl e 20,4 milioni di euro. Contrazione anche per l’export di acquaviti di vino e di vinaccia in valore (-5,3% con 64.000 mila euro) ed in volume (-1,4% con 76 mila ettanidri). Polonia, Romania e Ungheria paesi di sbocco interessanti che hanno registrato timide crescite.
Performance positive per gli aceti che hanno registrato crescita in valore (+1,1%) ed un lieve rallentamento in quantità (-1,4%) con 245 milioni di euro e quasi 1,2 milioni di hl. Tra i mercati più importanti: la Germania con quasi 230 mila hl (+3,2%) ed in valore con quasi 43 milioni di Euro (+0,5), la Francia con 139 mila hl (-6,3%) e 20,6 milioni di Euro (+0,2%). In ambito extra Ue gli Stati Uniti importano aceti per un valore pari a 71,3 milioni di Euro (+7,2%) ed in volume 323 mila hl (-4,8%), l’Australia in valore 8,1 milioni di Euro (+4,7%) ed in volume 45 mila hl (+10,9%).