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Quote latte: per la prima volta l'Italia non sfora il tetto di produzione
Le tonnellate consegnate nella campagna 2009/2010 sono state pari a 10.492.085,238
Si può considerare per certi versi un vero e proprio record. L’Italia, per la prima volta in oltre venti anni e relativamente alla campagna 2009/2010, non ha superato la quota di produzione di latte assegnata dall’Unione europea.
Tuttavia, segnala in una nota l’Agea, resta sul tappeto il problema delle multe che interessa circa 1.500 allevatori che a breve rischiano la perdita delle quote assegnate e pesanti conseguenze patrimoniali salvo interventi legislativi dell'ultima ora che Agea si augura possano arrivare.
Secondo il rapporto pubblicato l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura segnala inoltre che le tonnellate di latte consegnate nella campagna 20o9/2010 sono state pari a 10.492.085,238 contro un quantitativo nazionale di riferimento di 10.895.346,662. Un dato che però, sottolinea Agea, non elimina le conseguenze dell'art. 40 bis della legge n.122/2010, quello che ha rinviato il pagamento delle multe (relativamente alla sola legge 33) da fine giugno a fine dicembre.
“Nel rispetto della legge, Agea - precisa il presidente Dario Fruscio - è ormai nelle condizioni di dover consegnare a giorni, a Equitalia, gli elenchi dei produttori di latte che, destinatari di multe, non hanno aderito alla rateazione prevista dalla legge 33. E in questi casi Equitalia procederà attraverso decreti esecutivi”.
Agea ricorda inoltre che l'articolo. 40 bis ha un effetto limitato a poco più di 1.500 allevatori, in quanto gran parte dei produttori di latte 'splafonatorì, ben 11.500, si sono messi in regola aderendo alla Legge n. 119/2003. Su di loro, quindi, la nuova normativa non ha effetto, in quanto le rate non sono scadute alla data del 30 giugno 2010, bensì scadono al 31 dicembre di ciascuno dei 14 anni di rateazione. Gli effetti dell'art.40 bis, sottolinea ancora il presidente dell’Agenzia “non sono lievi per coloro che ne sono coinvolti”. I produttori coinvolti, con l'intervento di Equitalia, vanno infatti incontro ad un grave rischio patrimoniale.
Mi risulta - ha ancora spiegato Fruscio - che l'iniziativa per il rinvio della scadenza di giugno ha prodotto, fin dall'inizio, una sorta di stop agli effetti della legge 33. E a questo punto, a meno di interventi legislativi dell'ultimo momento, su questo drappello di disorientati calerà una pioggia di notifiche di nuove intimazioni di pagamento, con anche l'avvio delle procedure per la revoca delle quote latte assegnate. E quanti non riusciranno a far fronte alle richieste di pagamento di Equitalia, si troveranno in piena procedura esecutiva, con rischio di perdita d'ogni cosa. Auguro dunque che il caso – ha concluso – possa essere risolto da un intervento delle autorità che ne hanno facoltà in modo tale da andare incontro a migliaia di famiglie che potrebbero essere coinvolte da questa situazione.