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Filiera Corta

Rallentano i consumi dei vini spumanti

Le bollicine chiudono il 2012 con una diminuzione del 4,1% in volumi. Per le festività – secondo l’Osservatorio Economico Internazionale Vini, si stapperanno 89 milioni di bottiglie, quattro in meno rispetto al 2011

Roma - Il consumo del vino in Italia è in calo. Nel 2012 meno di 38 litri pro-capite. In 25 anni, una generazione, un crollo del 50%. A segnalarlo è Giampietro Comolli, fondatore dell’Osservatorio Economico Internazionale Vini. Dalle prime stime, il consumo totale di spumanti italiani è molto prossimo a 450 milioni di bottiglie nel 2012, 145 milioni consumate in Italia e 305 all’estero in 78
Paesi. La quasi chiusura ordini-consegna fa presumere che per le Sante Festività di
fine 2012 si stapperanno 89 milioni di bottiglie (4 in meno rispetto al 2011), meno di
3 di Champagne e circa 1 milione di altra provenienza per un giro d’affari al consumo
di € 690 milioni. Circa il 61% degli acquisti di fine anno in Italia è realizzato nella
distribuzione organizzata.

Nel 2012 in Italia si stima un consumo annuo inferiore del 4,1% in volumi, con un –
3,5% del giro d’affari totale, più contenuto per il prezzo sostenuto, fino ad oggi,
tenuto nella Gdo che rappresenta il canale con i maggiori volumi. Un giro d’affari al
consumo stimato sull’anno intorno a 1 mld di euro.
La maggiore flessione di consumi si registra nel canale horeca con punte anche del
15-17% di calo nei ristoranti. La riduzione è inferiore nei bar diurni (-1%) rispetto ai
bar serali, e nei ristoranti importanti ed esclusivi.

I dati fanno stimare un minor consumo di Brachetto Piemonte e Prosecco doc, mentre cresce il Conegliano Docg, il Brachetto Docg e gli spumanti generici; bene anche i vini frizzanti come Lambrusco e Malvasia. In calo sensibile l’Asti Spumante Docg, in forte calo lo Champagne (-
15%) soprattutto marchi di massa (reggono le Petit Maison e le grandi riserve),
crolla il Cava a meno di 300mila bottiglie stappate nell’anno e scendono a 600 mila le altre marche.

Sul mercato interno il metodo classico registra una frenata di circa il 5% in volume,
di circa il 9% in valore, soprattutto per i marchi presenti nella Gdo. Un discreto
exploit il +8% del Franciacorta sul mercato italiano. Minor calo se non addirittura in
crescita i consumi di tutte le tipologie di bollicine nelle aree di produzione, mentre i
maggior cali in Italia si registrano nelle regioni del Centro e del Sud.
< la rinuncia, la prossimalità e il prezzo. Questi i sentiment del consumatore italiano
per le bollicine, ma anche per il vino in generale. Il calo minore si registra nei
consumi domestici e negli acquisti diretti alla produzione, soprattutto tiene il “regalo
spumeggiante” rispetto ad altri regali come profumi, abbigliamento, viaggi, e tutta la
spesa alimentare è cambiata>>.

ESTERO. L’estero invece cresce a due cifre: è quanto stima OVSE, grazie ai dati
diretti raccolti in 48 paesi.
Per l’Europa, che rappresenta circa il 51% del mercato, si stima un +5% in valore e
un +2% nei volumi, con Francia, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Norvegia in calo,
Svizzera, Svezia, Austria e Polonia in crescita. Germania in recupero e UK sempre più attraente, sono i mercati più attivi e vivaci Per l’export degli spumanti (per il 96% appannaggio del metodo italiano di Prosecco
in grande spolvero in qualsiasi tipologia, provenienza, etichetta e prezzo, l’Asti docg
e Valdobbiadene docg) si stima una media del +13 % in volumi e +15% in valore,
con punte rappresentate da Giappone e Estremo Oriente attestati su +20% in
valore, ma con volumi “solo” con +11%, partendo da numeri ancora piccoli: in totale
circa 2 milioni di bottiglie in più rispetto al 2011. In Russia cresce il Prosecco e altri
spumanti generici di origine piemontese e lombardi.
Qualche segnale di forte “discontinuità e infedeltà” si registra all’estero per l’Asti
docg, in Russia calo del 50% (3,5 milioni di bottiglie consumate, contro i 7,0 milioni
nei primi 6 mesi del 2011). Per gli spumanti italiani l’“ex Urss” registra un
incremento di consumi del 8% con un incremento dei valori del 2%. Un mercato
difficile e altalenante, dovuto a nuove regole proibizionistiche, nuove imposte.
Oltreoceano, i diversi mercati, segnano numeri differenti: se Canada e Usa
mantengono un trend crescente ad eccezione che per l’Asti Docg ( si presume un
-25% nell’anno), il Brasile e il sud America dopo la scorpacciata di fine anno 2011,
segnano per la prima volta un dato in calo di volumi e valori al consumo che si
ripercuoterà sul dato finale.
Nel 2012 ci sono i presupposti per superare l’export record di 4,2 mld di Euro per
tutto il vino italiano con il settore spumanti in crescita a circa 1 mld di Euro
all’origine e a 2,4 mld di Euro al consumo (+13,10 rispetto al 2011) equamente
diviso fra canale horeca e distribuzione organizzata.

in data:25/12/2012

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