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Resta alta la tensione sugli Ogm
Gli assessori regionali all’Agricoltura hanno respinto il provvedimento sulle linee guida nazionali sulla coesistenza tra coltivazioni geneticamente modificate, convenzionali e biologiche
Il dibattito sugli Ogm (Organismi geneticamente modificati) e sulle future politiche comunitarie da recepire anche in Italia continua ad accendere lo scontro dove si assiste a un gioco al rimbalzo tra il ministro per le Politiche agricole Giancarlo Galan, le Regioni, le organizzazioni agricole e gli altri attori interessati. In particolare nelle ultime ore la miccia che ha fatto riaprire il confronto è stato il voto unanime degli assessori regionali all’Agricoltura che hanno respinto il provvedimento sulle linee guida nazionali sulla coesistenza tra coltivazioni geneticamente modificate, convenzionali e biologiche, nell’ambito del Comitato Agricoltura della Conferenza Stato/Regioni e il question time del parlamentare di Futuro e Libertà Benedetto della Vedova.
All'interrogazione dell'onorevole, il ministro Galan ha fatto sapere che a tutt'oggi la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, nella seduta del 20 novembre 2008, ha già approvato 9 protocolli sperimentali relativi a piante geneticamente modificate (actinidia, agrumi, ciliegio dolce, fragola, mais, melanzana, olivo, pomodoro, vite).
Il relativo decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, tuttavia - ha spiegato il responsabile di via XX Settembre - non è stato mai emanato, a causa dell’esigenza di aggiornare il contenuto degli stessi protocolli sperimentali, con le Linee guida sulla coesistenza tra colture tradizionali, biologiche e geneticamente modificate, che avrebbero dovuto essere ugualmente approvate dalla Conferenza Stato – Regioni.
Ad oggi, quindi, le sperimentazioni su piante geneticamente modificate - ha inoltre precisato - non possono essere effettuate perchè i protocolli di sperimentazione, previsti dal decreto del 19 gennaio 2005, non sono stati emanati e perchè le Regioni non hanno ancora individuato i siti sui quali effettuarli. Non è corretto - ha unque incalzato - quanto affermato nell’interrogazione, ovverosia che alcune Regioni abbiano provveduto ad individuare i siti per la sperimentazione.
Ad oggi nessuna Regione ha comunicato formalmente al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali l’individuazione dei siti per la sperimentazione.
Ciò non toglie, però, l’urgenza - ha continuato Galan - di uscire da questa situazione di stallo, dovuta principalmente al fatto che la Conferenza Stato – Regioni non ha ancora adottato le Linee guida sulla coesistenza.
Per questa ragione, sin dai primi giorni del mio insediamento, ho provveduto a sollecitare la suddetta Conferenza anche perché, in mancanza delle Linee guida sulla coesistenza, non è più possibile gestire il voluminoso contenzioso prodotto in questi anni.
In caso contrario valuteremo in sede di Governo le azioni più appropriate da intraprendere, così come indicato anche da recenti pronunce giurisdizionali.
Auspico - ha concluso - che la leale collaborazione istituzionale consenta di pervenire ad un risultato positivo che coniughi le necessarie tutele e cautele del settore con le ragioni di una ricerca sperimentale che non lasci il nostro Paese ai margini di quanto si sta sperimentando nel resto del mondo”.
Posizioni queste non proporio condivise dalla Task Force per un’Italia libera da Ogm
Il doppio giochismo - si legge in na nota - del Ministro dell’ agricoltura si infrange contro il muro compatto che gli assessori regionali all’agricoltura hanno eretto in modo unanime nella riunione odierna del Comitato agricolo della Conferenza Stato-Regioni a difesa della qualità e competitività del patrimonio agroalimentare nazionale.
La Task Force - prosegue la nota - per un’Italia libera da OGM, composta da Acli, Adoc, Adusbef, Aiab, Amab, Campagna Amica, Cia, Città del Vino, Cna alimentare, Codacons, Coldiretti, Crocevia, Fai, Federconsumatori, Federparchi, Focsiv, Fondazione Univerde, Greenaccord, Greenpeace, Lega Pesca, Legacoop Agroalimentare, Legambiente, Movimento difesa del cittadino, Slow Food, Unci, Vas e Wwf, esprime il più vivo apprezzamento per la decisione di respingere definitivamente ogni ipotesi di contaminazione da OGM, affidando ad un documento politico la richiesta al Governo di avanzare in Europa una proposta chiara di esclusione dagli Ogm e di valorizzazione dei prodotti territoriali di identità.
A questo punto, l’attivazione - conclude la Task Force - della clausola di salvaguardia da parte di Galan risulta ineludibile, in attesa che a livello europeo si definisca il quadro normativo.
Non e proprio sulla stessa linea della Task Force Confagricoltura. Le Regioni - commenta l'organizzazione agricola - avrebbero dovuto affrontare la questione delle regole di coesistenza tra coltivazioni convenzionali, biologiche e geneticamente modificate. “Prendiamo atto che non c’è la volontà dei governatori regionali di operare in tal senso, e che si mira ad impedire ciò che le disposizioni europee consentono”. .
“Le norme sulla coesistenza devono appunto occuparsi di coesistenza – rileva Confagricoltura – e non costituire surrettiziamente un vincolo per non realizzarla. Va corretta in maniera sostanziale questa impostazione. La materia - incalza l'organizzazione - va regolata come ha deciso il Consiglio di Stato; a questo punto il ministro Galan eserciti il potere decisionale che le Regioni non vogliono attuare. E comunque è giunto il momento di definire con chiarezza come va esercitato, in materia agricola, il rapporto Stato-Regioni; i veti reciproci non fanno certo bene all’agricoltura ed al Paese”.
“E’ palese – conclude Confagricoltura – che le Regioni tendono a mettere un bavaglio alla politica nazionale del governo in una materia come quella degli Ogm, che invece va affrontata con spirito ‘laico’, dando voce alla scienza. Più che rinazionalizzarla, la si vuole regionalizzare. Oltretutto per non decidere. Per questo è bene che la materia venga regolamentata a livello europeo”.