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Riso, Palazzo Chigi alza la voce. Chiesta la clausola di salvaguardia
Dopo le manifestazioni di piazza organizzate da Coldiretti, il Governo ha inviato alla Commissione europea la richiesta di applicare all’importazione dei Paesi Terzi misure di protezione previste dal regolamento (CE) n. 978/2012
Roma- Questa volta Palazzo Chigi sembra aver messo almeno per una volta tutti d’accordo. In particolare ha reso felici allo stesso modo Coldiretti e Confagricoltura, notoriamente e generalmente all’opposto nel confronto pubblico tanto da poter paragonare, per usare un paradosso, la loro distanza all’antagonismo che c’è tra cane e gatto. Materia unificatrice per un giorno è la questione riso e la decisione del Governo italiano di inviare alla Commissione europea la richiesta di applicare all’importazione di riso dalla Cambogia la clausola di salvaguardia prevista dal regolamento (CE) n. 978/2012, che disciplina il trattamento preferenziale accordato dall’Ue alle importazioni dai Paesi terzi Meno Avanzati (EBA-Everything But Arms che liberalizza l’import di tutti i prodotti, tranne armi e munizioni appunto, dai PMA). Con questa iniziativa l’Italia punta ad ottenere il ripristino immediato del dazio ordinario di 175 euro su ogni tonnellata di riso lavorato importato dalla Cambogia, per un periodo di 12 mesi, in attesa che la DG Commercio della Commissione Europea si pronunci definitivamente sulla richiesta italiana. In somma una richiesta legittima quella del Governo visto che il riso proveniente dall’Asia sta mettendo in ginocchio tutti i territori di produzione e il bilancio non fa sconti: dall’inizio della crisi ha chiuso quasi una azienda di riso su cinque e la situazione è precipitata nel 2014 con la perdita di posti di lavoro e pericoli per la sicurezza alimentare dei consumatori a causa del colonialismo asiatico.
Detto questo non si può annotare però che Coldiretti ha bruciato sul tempo Confagricoltura nell’esprimere soddisfazione. D’altra parte, per verità di cronaca, l'organizzazione di Palazzo Rospigliosi è stata anche la prima a sollevare il problema con manifestazioni di piazza e una richiesta d' incontro con il ministro Mipaaf Martina, successivamente accordata.
Con la richiesta di adozione di misure di salvaguardia europee- ha commentato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - nei confronti dell'importazione di riso greggio cambogiano del tipo indica, il Governo ha mantenuto l’impegno assunto al termine della nostra mobilitazione. Nel documento – si spiega in una nota - si legge che la richiesta di adozione di misure di salvaguardia è giustificata dal fatto che “nelle ultime 5 campagne le importazioni di riso dalla Cambogia nell’ Unione Europea sono aumentate da 5mila a 181mila tonnellate raggiungendo il 23 per cento di tutto l’import Ue grazie alla completa liberalizzazione tariffaria avvenuta il primo settembre 2009 a favore dei Paesi beneficiari del sistema di preferenze tariffarie generalizzate di cui all’articolo 1, paragrafo, lettera c (Eba) del regolamento UE n.987. Il persistente aumento delle importazioni dalla Cambogia continua a creare pressione sul mercato Ue con conseguente ulteriore riduzione dei prezzi del riso di tipo indica e disincentivo a coltivare questo tipo di riso”. “Con la nostra mobilitazione – ha aggiunto ancora Moncalvo- si è finalmente avviata una procedura a livello comunitario che siamo pronti a sostenere alleanze con le associazioni degli agricoltori dei Paesi Europei produttori di riso come Grecia, Francia, Bulgaria e Spagna per supportare le iniziative delle istituzioni”. Dobbiamo lavorare a livello comunitario per l’applicazione della clausola di salvaguardia nei confronti delle importazioni incontrollate ma - ha concluso infine Moncalvo – anche a livello nazionale dove occorre introdurre l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza, dare pubblicità ai nomi delle industrie che utilizzano riso straniero, ma anche l’istituzione di una unica borsa merci e la rivisitazione dell’attività dell’Ente Nazionale Risi.
“Ci aspettiamo - ha commentato invece Mario Guidi, presidente di Confagricoltura- che altri Paesi dell’UE come la Spagna e la Grecia, dove il riso è economicamente importante, seguano l’esempio dell’Italia. Non c’è, infatti, una regione risicola europea che possa pensare di poter reggere la concorrenza sul prezzo del prodotto cambogiano importato a dazio zero”.
“Per questo – ha concluso- sento di dover ringraziare il ministro delle Politiche agricole Martina e il vice ministro dello Sviluppo Economico Calenda per l’attenzione dimostrata al problema. Si registra una crescente tensione tra i risicoltori italiani; alla vigilia della nuova campagna commerciale che partirà purtroppo “col fiato corto” a causa della grande quantità di riso lungo “indica” invenduto nei magazzini”.
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