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Russa, l'embargo mette ko i prodotti italiani. Si salvano la pasta e il vino
L'Italia e' scesa dall'8/o al 13/o posto tra i Paesi fornitori di prodotti agroalimentari e bevande della Russia, con un calo del valore totale dell'export da 983 milioni di euro nel 2014 a 212 milioni nei primi cinque mesi del 2015. Una perdita di posizione dovuta alla situazione piu' complessa del mercato a causa dell'embargo sui prodotti agroalimentari europei, applicato dal Governo di Mosca in risposta alle sanzioni occidentali per la crisi ucraina. L'Italia rimane comunque al primo posto come esportatore di vino e pasta, al secondo per le acque minerali e altre bevande analcoliche, al terzo per prodotti da forno e al quarto per il caffe'.
Sono i dati diffusi dall'Ice di Mosca in occasione dell'apertura della fiera World Food al centro fieristico Expocenter, nella capitale russa, che proseguira' fino al 17 settembre. A causa dell'embargo, introdotto nei primi mesi dello scorso anno, la posizione dell'Italia e' inoltre scesa radicalmente per l'esportazione di prodotti ortofrutticoli freschi: il valore di mercato e' arrivato a zero dai 73 milioni di euro del 2014, portando l'Italia dal 21/o posto al 90/0. Ed anche per latte e derivati il valore di mercato e' diminuito da 31 milioni a due milioni (il Paese e' passato dal 14/o al 24/o posto).
Altri Paesi pure sotto embargo hanno mantenuto o perso meno posizioni ma con un crollo analogo del valore dell'export: la Germania ad esempio e' rimasta al 6/0 posto e gli Stati Uniti sono scesi dal 7/0 al 10/0. Il Paese con maggiori esportazioni in Russia rimane la Bielorussia, seguita dal Brasile, dalla Cina e dalla Turchia.