Filiera Corta
Sciopero della spesa, i consumatori alzano la testa
L’iniziativa, lanciata da Codacons e tesa a sensibilizzare il Governo Monti, è prevista per il 19 settembre. Per Coldiretti si spende più per un pieno di benzina che per i generi di prima necessità
Roma- Arriva dal Codacons la prima risposta all’incremento dei prezzi al consumo. L’associazione dei consumatori ha infatti lanciato a tutti gli organismi di tutela dei consumatori e degli agricoltori uno sciopero della spesa. Ai commercianti si chiede invece di abbassare la saracinesca contro le tasse insostenibili e le banche che non fanno credito. L’iniziativa è prevista per il 19 settembre.
Intanto già da domani si parte con l’invito a boicottare tutte le pompe di benzina' che chiedono per un litro di verde piu' di 1,8 euro. ''Non resta che organizzarsi da soli - si legge in una nota . I consumatori sono fuori dell'agenda del Governo Monti che li usa solo come carne da macello per spremerli con balzelli di ogni tipo fino a scoppiare. Nessun intervento sulle bollette o sul blocco dalle tariffe pubbliche. Dopo aver tagliato i consumi alimentari oggi gli italiani - precisa ancora Condacons - sono costretti a tagliare anche i consumi di acqua, gas e luce''. Infine per l'associazione dei consumatori ogni famiglia spenderà a fine anno tra maggiori tasse e aumento del costo della vita 3500 euro in piu' rispetto all'anno scorso, a fronte di un crollo dei consumi che, in un libero mercato, dovrebbe invece portare ad una inflazione negativa.
Fare il pieno dell’automobile alle famiglie costa di piu’ che fare la spesa alimentare settimanale ha commentato invece Coldiretti. In particolare, secondo le elaborazioni della Coldiretti , fare il pieno in una automobile con un serbatoio di 60 litri è arrivato a costare 120 euro, un importo superiore ai 111 euro che mediamente le famiglie italiane spendono ogni settimana per fare la spesa, secondo l’Istat. D’altra parte con il nuovo record un litro di benzina viene a costare - continua la Coldiretti - come un chilo di pesche ma il prezzo ha superato del 40 per cento il chilo di pasta e del 50 per cento il un litro di latte. Un rapporto di cambio che - conclude la Coldiretti - non è eticamente ed economicamente sostenibile e che mette a rischio al ripresa del paese.