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Sei università italiane lavorano a un progetto di sostenibilità sull’olio d’oliva
A progetto Sustainability of the Olive-oil System – S.O.S. lavorano Bari, Milano, Parma, Reggio Calabria, Sassari e Teramo
Roma- Sei università, 12 professori associati, 6 professori ordinari, 18 ricercatori, 12 assegnatari di borse di studio, 3 dottorandi, poco più di 800mila euro di investimento, 3 anni di ricerca e di intenso lavoro. Questi i numeri del progetto Sustainability of the Olive-oil System – S.O.S. presentato, in risposta al bando Olivo e Olio 2015, che vede dieci Fondazioni di origini bancarie supportare, attraverso un’Associazione Temporanea di Scopo e un budget totale di 7 milioni di euro per il triennio 2018-2021, il progetto che ha come focus l’olio d’oliva.
Capofila, l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro (Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti), coordinatore del progetto è Francesco Caponio, con la partecipazione dell’Università di Milano (Dipartimento di Scienze Alimentari, Ambientali e Nutrizionali), dell’Università di Parma (Dipartimento di Scienze Alimentari), dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria (Dipartimento di Agraria), dell’Università di Sassari (Dipartimento di Agraria) e dell’Università di Teramo (Facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agro-Alimentari e Ambientali).
Con il progetto S.o.s., finanziato da Ager, la Fondazione in rete per la Ricerca Agroalimentare, le sei università italiane hanno attivato azioni di ricerca che si sono poste sin dall’inizio del progetto l’obiettivo di contribuire al rafforzamento del sistema olivicolo (in termini qualitativi e quantitativi) attraverso il miglioramento della sostenibilità del settore, dalla campagna sino allo scaffale.