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Semestre peggiore di sempre per i consumi mondiali di vino
L'Italia,pur registrando il peggior risultato degli ultimi trent’anni, riesce a contenere le perdite e a chiudere il semestre di emergenza sanitaria a -8,6%, dopo un eccellente avvio di anno. Nel primo bimestre il trend segnava infatti +14,5%
Roma- Il Covid non perdona il commercio mondiale di vino, con una contrazione senza precedenti nella storia moderna del settore: nel semestre marzo-agosto n ei Paesi extra-Ue – secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base dogane – gli scambi complessivi di vino hanno subito un calo a valore del 15,2%, con una perdita equivalente di circa 1,4 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il decremento più significativo è relativo alle bollicine (-28,8%), che ‘sgasate’ dal lockdown perdono quota in tutti i 10 top importer, che rappresentano il 92% del mercato extra-Ue. In tutto ciò il vino italiano, pur registrando il peggior risultato degli ultimi trent’anni, riesce a contenere le perdite e a chiudere il semestre di emergenza sanitaria a -8,6%, dopo un eccellente avvio di anno. Nel primo bimestre il trend segnava infatti +14,5%.
È di 7,7 miliardi di euro il valore delle importazioni di vino nei Paesi terzi nel ‘semestre Covid-19’ a fronte di 9,1 miliardi di euro registrati nel pari periodo del 2019. A perdere, 8 tra i 10 top buyer considerati e tutti i primi 5 principali importatori extra-Ue: Usa (-20,7%), Uk (-6,8%), Cina (-35,5%), Canada (-7,9%) e Giappone (-17,5%).
A farne maggiormente le spese proprio la tipologia che è cresciuta di più negli ultimi anni: gli sparkling pagano infatti con un -28,8% e trend negativo in tutte le piazze della domanda, con quella statunitense che paga oltre 1/3 delle vendite in valore. Perdono la metà rispetto alle bollicine i fermi imbottigliati (-14,7%), a partire dalla Cina (-35,8%), con cali sopra la media anche da parte di Usa e Australia.