Ti informiamo che, per migliorare la tua esperienza di navigazione questo sito utilizza dei cookie. In particolare il sito utilizza cookie tecnici e cookie di terze parti che consentono a queste ultime di accedere a dati personali raccolti durante la navigazione. Per maggiori informazioni consulta l’informativa estesa ai sensi dell’art. 13 del Codice della privacy. L'utente è consapevole che, proseguendo nella navigazione del sito web, accetta l'utilizzo dei cookie.

Home » Filiera Corta » Sempre più costoso il carrello della spesa

Filiera Corta

Sempre più costoso il carrello della spesa

Ad agosto il trend al rialzo dei prodotti acquistati con più frequenza è cresciuto del 3,6% contro il 3,4% di luglio

Roma - Brutte notizie per i consumatori. Anche nel mese di agosto i prezzi della spesa hanno registrato aumenti superiore alla media. Nel dettaglio, comunica l’Istat, per i prodotti acquistati con maggiore frequenza (dal cibo ai carburanti) il trend al rialzo è stato del 3,6% su base annua (il valore più alto dall'ottobre del 2008) contro un tasso di inflazione al 2,8%.

Nel mese di luglio l'indice dei prezzi della lista dei beni che rientrano nella spesa quotidiana era stato del 3,4% . Su base mensile l'indice è salito dello 0,1%.

L’entrata in vigore con la manovra dell’aumento di un punto percentuale dell’imposta sul valore aggiunto su molti beni a partire dalla benzina provocherà -à commenta Coldiretti -  un ulteriore aumento dell’inflazione a settembre dopo che ad agosto ha già raggiunto il massimo dall’ottobre 2008.

L’insostenibile aumento della benzina, che ad agosto ha raggiunto il massimo da tre anni, rischia di essere - sottolinea la Coldiretti - un ulteriore elemento di ostacolo alla ripresa dell’economia aggravando i costi delle imprese nazionali che si devono confrontare sul mercato.

In un paese come l’Italia dove l`86 per cento dei trasporti commerciali avviene su gomma, infatti - sottolinea la Coldiretti - l’aumento dei carburanti pesa notevolmente sui costi della logistica e sul prezzo finale di vendita dei prodotti. A subire gli effetti del caro benzina rischiano di essere gli alimentari con ogni pasto che - sottolinea la Coldiretti - percorre in media quasi 2mila chilometri prima di giungere sulle tavole.

Ad aumentare sono in generale - continua la Coldiretti - tutti i trasporti da quelli aerei per passeggeri (+5,1 per cento) a quelli marittimi per vie di acqua interne (61,4 per cento) fino al trasporto ferroviario per passeggeri (+9,7 per cento).

Per effetto dei rincari, la spesa per trasporti, combustibili ed energia elettrica delle famiglie italiane ha sorpassato quella per gli alimentari e le bevande anche per effetto dell’aumento del prezzo di un litro di benzina alla pompa che è oggi superiore a quello di un litro di latte fresco o di vino da tavola. Se sui bilanci delle famiglie è la spesa per l’abitazione a gravare di piu’ con oltre il 28 per cento, al secondo posto si classifica con oltre il 19,1 per cento la spesa familiare destinata a trasporti, combustibili ed energia elettrica, una percentuale - conclude la Coldiretti - di un punto percentuale superiore alla spesa per alimenti e bevande (19 per cento) nel 2010.

“L’agricoltura - sottolinea Confagricoltura -  sta continuando a fare da parziale ammortizzatore ad un’inflazione giunta al 2,8% su base annua. Ma questo ruolo di salvagente contro il carovita i produttori agricoli continuano a pagarlo a caro prezzo”.

Dai dati Istat sull’inflazione - prosegue l'organizzazione agricola -  emerge un calo delle quotazioni degli alimentari non lavorati dello 0,6% ad agosto rispetto a luglio. Ciò è dovuto principalmente alla diminuzione dei prezzi della frutta fresca (-2,9% su base congiunturale) e di ortaggi e verdure (-2,5%).

Confagricoltura fa presente come il crollo delle quotazioni per pesche e nettarine, cocomeri, pere, uva da tavola, ancora persista. E ricorda, come esempio, il prezzo attuale dell’uva Italia nei vari passaggi (come rilevato da “SMS consumatori” servizio avviato dal ministero per le Politiche agricole): un chilogrammo viene venduto dal produttore a 45 centesimi, il grossista lo rivende a 1,02 euro (più del doppio), mentre il prezzo medio al consumatore è di 2,10 euro/kg, quattro volte di più.

“Che i prezzi degli alimenti freschi diminuiscano è una buona notizia per i consumatori, in un momento di grandi difficoltà per l’economia e le famiglie. Ci auguriamo, tuttavia, che possano incentivare - conclude Confagricoltura -  anche una ripresa delle vendite di frutta e verdura dei nostri produttori e ad un riequilibrio del valore nelle filiere”.

in data:15/09/2011

Cerca

Multimedia

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 4 luglio

  • foto

    Binomio, a Roma arriva la cucina all day long nata in Catalogna

  • video

    Tg Agricoltura. Edizione 27 giugno