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Filiera Corta

Spaghetti: il prezzo della stessa marca cambia da un negozio all'altro

Un'indagine promossa da Coldiretti rivela che il costo della pasta può triplicare per una stessa confezione acquistata in differenti esercizi commerciali. Nutella, yogurt e birra del tutto identici raddoppiano

Roma - Il prezzo della stessa marca e confezione di spaghetti arriva a triplicare da un negozio all'altro, quello della Nutella, di yogurt e birra del tutto identici quasi raddoppiano, mentre la stessa confezione di latte cresce del 50 per cento. E' quanto emerge da uno studio relativo al 2010 sulla dispersione dei prezzi al consumo realizzato da Giovanni Anania e Rosanna Nisticò e pubblicato in un working paper del Gruppo 2013 promosso dalla Coldiretti.

I risultati dello studio - sottolinea la Coldiretti - sottolineano l'importanza della scelta dei punti vendita nel momento di fare la spesa alimentare che è la principale voce del bilancio familiare per gli italiani, dopo l'abitazione. La rilevazione dei prezzi di 14 prodotti alimentari di marca in commercio nel 2010 in differenti punti vendita evidenzia infatti - riferisce la Coldiretti - una forte variabilita', con il prezzo massimo che è pari a circa il doppio di quello minimo per ben sette delle referenze analizzate e arriva a triplicare nel caso degli spaghetti. In altre parole - precisa la Coldiretti - si può arrivare a dimezzare la spesa senza rinunciare alla qualita' o alle proprie preferenze specifiche facendo una scelta oculata dei punti vendita, anche se questo comporta in realta' disponibilita' di tempo e una buona dose di tenacia.

A differenza di quello che ci si potrebbe aspettare, solo per 8 dei 14 prodotti considerati dall'analisi il prezzo piu' basso e' stato osservato nei supermercati dove peraltro per due referenze e' stato rilevato il prezzo piu' alto. Ad essere importante nella fissazione del prezzo è anche la collocazione del negozio in piccoli o in grandi centri urbani. I prezzi medi nell'area urbana non sono sistematicamente più  bassi di quelli dei centri piu' piccoli e delle aree rurali, ma al contrario per 11 dei 14 prodotti il prezzo medio è piu' alto nell'area urbana. Questo suggerisce che la piu' grande densita' di fornitori nell'area urbana non si traduce in un'accresciuta concorrenza di prezzo tra i venditori e in piu' bassi prezzi per i consumatori.

In particolare, la forte variabilità dei prezzi conferma - sostiene la Coldiretti - l'esistenza di ampi margini da recuperare nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola dove inefficienze e distorsioni lungo la filiera danneggiano imprese agricole e consumatori. Lo dimostra il successo dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica che nel 2010 hanno fatto registrare un vero boom con una crescita del 28 per cento delle strutture attive (sono 705), dove durante l'anno hanno fatto acquisti ben 8,3 milioni di italiani. La possibilità  di risparmiare e' importante per le famiglie italiane per le quali la spesa alimentare con il 19 per cento è la principale voce dei consumi. La spesa media mensile delle famiglie per l'acquisto di prodotti alimentari - conclude la Coldiretti - ammonta a 461 euro, ma evidenzia significative differenze territoriali con valori piu' elevati nel centro Italia dove e' pari a 480 euro mentre e' piu' bassa al sud dove si spendono 463 euro e ancora di piu' al nord con 455 euro mensili a famiglia

in data:27/02/2011

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