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Filiera Corta

Spesa di circa 3,3 miliardi per la cena della Vigilia e il pranzo di Natale

A rilevarlo è Confesercenti sulla base del sondaggio sui consumi alimentari e nei pubblici esercizi condotto con Ipsos

Roma-  Per la cena della Vigilia e il pranzo del 25 dicembre la spesa complessiva stimata è pari a circa 3,3 miliardi di euro, in lieve calo (circa -5%) rispetto allo scorso anno. Un dato che racconta due spinte parallele: la voglia di festeggiare, tra tradizioni ed eccellenze della gastronomia, e una maggiore attenzione al budget, con scelte più controllate. A rilevarlo è Confesercenti sulla base del sondaggio sui consumi alimentari e nei pubblici esercizi condotto con Ipsos su un campione di circa mille consumatori.

Guardando al budget individuale, la Vigilia resta il momento “più carico”. Chi organizza per la sera del 24, prevede una spesa media per acquisti alimentari e cene fuori di 62,02 euro a persona (dai 66,31 del 2024), contro i 57,42 euro del pranzo del 25 dicembre (da 60,79). In entrambi i casi, comunque, oltre un consumatore su tre cercherà di tenersi sotto i 30 euro. Nel complesso, la spesa stimata per cena di Vigilia e pranzo di Natale è pari a circa 119 euro a persona, poco più del 5% in meno dello scorso anno. Un ritocco al ribasso che segnala una prudenza crescente delle famiglie, su cui pesa l’erosione del potere d’acquisto. Che nel lungo periodo emerge chiaramente: nel 2015 la spesa media complessiva era 99 euro, circa il 20% in meno dei 119 euro stimati oggi (Vigilia + pranzo). Ma con un’inflazione alimentare intorno al 34% in dieci anni, a prezzi 2015 la spesa attuale equivale a circa 79 euro: in pratica l’inflazione si è “mangiata” un quinto del panettone.

A guidare le scelte è la tradizione, soprattutto quella regionale: la Vigilia resta legata al pesce, mentre il pranzo di Natale conferma la centralità delle carni, con ricette che cambiano da territorio a territorio. Anche sui dolci si preferiscono – accanto a torroni, panettoni e pandori – quelli tipici locali, segno che l’identità gastronomica continua a contare. L’approccio però è più prudente: si cerca la qualità, ma ottimizzando la spesa e andando a caccia di offerte. Pesano spese obbligate più rigide e l’incertezza, che spinge a tenere un margine per gennaio: il risultato è un Natale fedele a qualità e tradizione, ma con acquisti più razionali, tra confronto prezzi, offerte e quantità più misurate.

 

in data:24/12/2025

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