Agronews
Spreco alimentare: non raccolto il 21% di frutta e verdura "non bella"
NaturaSi' ha lanciato la campagna Cosi'PerNatura, mettendo a disposizione dei clienti prodotti 'imperfetti'
Roma- Non e' 'bella', non e' 'perfetta', e allora puo' restare a terra, nei campi o sugli alberi. E cosi' piu' di un quinto della frutta e verdura destinati alle nostre tavole rimane sui campi. In gran parte perche' il prodotto non abbastanza 'perfetto' o addirittura 'bello', come se fossero questi i motivi per cui lo si compri o lo si debba comprare.
Quello della perdita di cibo nella fase di produzione e' un problema che rimane nascosto e che - assieme alla grande quantita' di alimenti che viene gettata nel secchio dell'immondizia casalingo - contribuisce a creare l'enorme problema di spreco alimentare che, secondo gli ultimi dati disponibili, interessa almeno un terzo della produzione.
Tra le principali cause dello spreco nei campi c'e' la mancanza di caratteristiche che l'industria alimentare e le norme giudicano 'ottimali' per la frutta e la verdura. A ricordarlo e' NaturaSi', azienda del biologico, in occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione contro lo Spreco alimentare promossa dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e che si celebra domani.
"Molti prodotti dell'ortofrutta vengono buttati perche' non sono conformi a standard di bellezza e uniformita' che il mercato ha imposto e che i consumatori hanno interiorizzato - spiega Fausto Jori, amministratore delegato di NaturaSi' . Un principio assurdo che va contro uno dei valori fondanti dell'agricoltura biologica e biodinamica che da' spazio a sementi non ibride e autoctone, selezionate per la loro vitalita' e produttivita'". Secondo il documento della Fao 'Beauty (and taste) are on the inside!', nel mondo un terzo delle derrate prodotte - 1,3 miliardi di tonnellate - viene perso o sprecato lungo tutta la catena della produzione e del consumo; la cifra sale al 45% nel caso di frutta e ortaggi. Il rapporto dell'Osservatorio Waste Watcher 2021 rivela che le famiglie italiane hanno ridotto lo spreco, nell'anno del Covid, passando da 31 chili l'anno di cibo buttato a 27. Ma sui campi e nella catena di produzione, il fenomeno non appare in arretramento. Per la Fao, in Italia e nel resto d'Europa il 21% dello spreco avviene direttamente nei campi. E' proprio per sfidare questo modello NaturaSi' ha lanciato a giugno dell'anno scorso con Legambiente la campagna Cosi'PerNatura, mettendo a disposizione dei clienti prodotti 'imperfetti', un po' piu' grandi o un po' piu' piccoli o semplicemente dalla forma insolita.
Ti potrebbe anche interessare
Spreco alimentare: vale 10 mld. In anno Covid 27 kg/testa,-12%