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Spreco alimentare: vale 10 mld. In anno Covid 27 kg/testa,-12%
Emerge con il report di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, in occasione dell'8^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare
Roma- Puo' apparire assurdo ma il Covid e' stato capace di far abbassare la quota di spreco alimentare in Italia: nel 2020 sono stati 27 i kg di cibo a testa buttati nella spazzatura (529 grammi a settimana), l'11,78% in meno, equivalenti a 3,6 kg, rispetto al 2019. Poca roba, si dira', ma e' gia' qualcosa perche' se si ragiona in termini di grandi numeri significa oltre 222.000 tonnellate di cibo "salvato" dallo spreco in Italia (per la precisione, 222.125 tonnellate) e un risparmio di 6 euro pro capite, ovvero 376 milioni euro a livello nazionale, in un anno intero. E va sottolineato che nell'83,9% dei casi nelle famiglie e' detto 'non sprecare'. Per tipologia, a finire di piu' nella spazzatura e' la frutta fresca: il 37% dell'intero spreco.
A proposito di grandi numeri, che inducono o dovrebbero indurre a profonde riflessioni, lo spreco alimentare domestico nazionale vale ben 6 miliardi e 403 milioni euro ma sfiora il costo di 10 miliardi l'intera filiera del cibo buttato nei secchioni in Italia se sommiamo alle perdite in campo quelle nel commercio e distribuzione che ammontano a 3 miliardi e poco piu' di 284 milioni. Volendo il tutto tradurlo in peso, significa che nel 2020 in Italia sono andate sprecate 1.661.107 tonnellate di cibo in casa e 3.624.973 tonnellate se si includono le perdite e gli sprechi di filiera (dati Waste Watcher International/ Distal Universita' di Bologna per campagna Spreco Zero e rilevazioni Ipsos). Questo quadro ci arriva con il report di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability (sempre su rilevazione Ipsos), in occasione dell'8^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, in calendario venerdi' 5 febbraio.