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Sull'opa di Lactalis i venti di guerra dei consumatori
Il Codacons presenta un ricorso al Tar del Lazio per bloccare l'offerta pubblica di acquisto su Parmalat del gruppo francese. Intanto il board della società ha dato mandato ad advisor esterni per la valutazione del prezzo
Roma - Tutto in un solo giorno. L'offerta pubblica di acquisto (Opa) di Lactalis finisce sotto gli artigli dell'associazione dei consumatori Codacons e allo stesso tempo sotto la lente d'ingrandimento del Consiglio di amministrazione di Parmalat. Oggi è infatti si è svolta la riunione del Cda del gruppo di Collecchio. Il consiglio di amministrazione, secondo quanto riferito da fonti interne all'azienda, non ha preso una decisione sulla congruità del prezzo offerto (2,60 euro per azione) dal gruppo francese Lactalis nell'opa totalitaria annunciata a fine aprile. Il board della società, sempre secondo le indiscrezioni, ha dato mandato ad advisor esterni per la valutazione dell'opa. In particolare la scelta è caduta su Goldman Sachs, Shearman & Sterling, Studio Legale Lombardi Molinari e Associati e Studio Legale Legance. E' stato inoltre segnalato che l'Opa lanciata dai francesi di Lactalis su Parmalat ''non e' stata ne' sollecitata ne' concordata con la Societa'''. Allo stesso tempo è passato alla Camera dei Deputati il decreto anti-scalate. Ora il provvedimento passa al Senato.
A questo va aggiunto che l'Offerta di pubblica acquisto su Parmalat presentata da Lactalis potrebbe trovare qualche problema dopo che il Codacons, assieme all' Associazione Utenti Servizi Finanziari, Bancari e Assicurativi, ha presentato oggi un ricorso al Tar del Lazio chiedendo il blocco dell'operazione.
Un'impresa francese - dice l'associazione dei consumatori- che da anni non pubblica i bilanci, viola i principi del Testo Unico della Finanza e del Regolamento Emittenti.
L'Opa in questione - spiegano le due associazioni nel ricorso - viola il principio di trasparenza e non consente scelte consapevoli per nessuno dei soggetti coinvolti: nè per gli investitori, nè per la stessa Parmalat, nè per le parti sociali e i consumatori. Infatti, il Cda di Parmalat deve potersi basare su dei dati attuali per svolgere le proprie valutazioni sui piani di sviluppo, ma non può formulare indicazioni compiute perchè totalmente carente dei bilanci del gruppo acquirente.
Possono ravvisarsi violazioni anche nella sfera delle prerogative dei rappresentanti dei lavoratori. Questi ultimi devono essere immediatamente informati dell'Opa per poter valutare i possibili scenari della politica industriale delle imprese coinvolte e poter tutelare nel migliore dei modi possibili gli interessi dei lavoratori, come previsto dall' art. 102 del Tuf.
L'Opa poi - spiega il Codacons - mette a rischio anche 1,4 miliardi di liquidità di Parmalat ottenuta dalle banche coinvolte nel crack della vecchia Parmalat e che dovevano essere destinati al solo sviluppo della nuova Parmalat. Con l'Opa Lactalis potrebbe esserci un ampliamento di sola facciata, perchè le imprese acquistate in futuro da Parmalat potrebbero in realtà far riferimento alla stessa conglomerata Sofil-Lactalis, la quale così potrebbe sbloccare quei fondi di 1,4 miliardi a fronte di un debito per l'acquisto di 3,5 miliardi di Euro. La manovra avrebbe l'effetto di alleggerire notevolmente il peso dell'acquisizione.
Inoltre, appare menomata anche la facoltà dei terzi di avanzare controproposte: l'assenza dei bilanci di Sofil impedisce ad altri soggetti di sapere l'effettiva forza della controparte. Tale riduzione della platea dei possibili contendenti si traduce anche in una perdita per il mercato che non è in grado di individuare l'offerta più conveniente.
Infine l'Opa - conclude l'associazione- costituisce un rischio per gli interessi dei consumatori, la cui risorse saranno drenate a favore di un'impresa francese che in passato non ha abbassato i prezzi, ma anzi ha lucrato sulle economie di scala. Anche la produzione lattiero-casearia d'eccellenza italiana non sarebbe garantita come oggi.
Intanto in queste ore sull'argomento è intervenuto anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Secondo quanto riferito da alcuni presenti alla riunione di questa mattina a Palazzo Chigi il Premier ha detto che il governo non poteva fermare l'Opa di lactalis su Parmalat, del resto non c'era stata nessuna offerta alternativa da parte di imprenditori italiani che avrebbe potuto contrastare quella dei francesi. Berlusconi ha aggiunto inoltre che il presidente della Consob ha detto che l'Opa francese era corretta e non si poteva fare altrimenti. Avrebbe ribadito inoltre che da parte italiana non c'e' stata alcuna "sottomissione" a Parigi sul caso Parmalat.
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