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Sviluppo agricolo, Galan conferma il sostegno alla Fao
Il ministro per le Politiche agricole è intervenuto alla 36esima sessione del Comitato di Sicurezza Alimentare
Il sostegno dell’Italia alla lotta alla fame non mancherà. A confermarlo questa mattina è stato il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali intervenendo alla 36esima Sessione del Comitato di Sicurezza Alimentare
Confermiamo – ha detto il ministro nel suo intervento - il nostro sostegno all’Organizzazione della Fao per il suo ruolo di consulenza verso i Paesi Membri nella promozione, in particolare, di iniziative riguardo alla sicurezza alimentare e allo sviluppo agricolo a livello regionale e mondiale, come pure al Fondo per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), al Programma Alimentare Mondiale (PAM), al Bioversity e alla Task Force di alto livello per la sicurezza alimentare mondiale.
Tra le priorità di sicuro – ha incalzato - vi è il potenziamento dell’efficacia e dell’efficienza, nonché dell’operatività della FAO stessa, dato che in questo momento storico è richiesto il massimo sforzo nella cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti nella lotta alla povertà e a quanto determina la crisi economica e l’insicurezza alimentare
La mappatura della povertà, tratteggiata dal Rapporto SOFI (Stato dell'Insicurezza Alimentare nel Mondo), è un utile punto di partenza se si intendono definire la linea d’azione e le priorità degli interventi.
Il responsabile di XX Settembre è entrato poi nello specifico ed ha spiegato le modalità del sostegno
Ciò che in definitiva possiamo fare – ha detto è contribuire con i programmi di assistenza sul know how per valorizzare le tipicità e le produzioni tradizionali, aiutando i piccoli agricoltori con investimenti per una produzione rispondente agli standard di salubrità degli alimenti e per agevolare il loro accesso al mercato con forme che permettano di avere prezzi adeguati. Inoltre, possiamo intervenire sul piano della diversificazione e della multifunzionalità in modo da garantire fonti di reddito che permettano di migliorare lo stato delle aziende a conduzione familiare, specialmente quelle gestite da donne, in grado così di acquisire beni, anche alimentari, altrimenti non disponibili.
Riguardo alle fonti finanziarie, ricordo – ha proseguito - la proposta italiana, contenuta nelle Linee d’azione del Ministero degli Esteri, è volta a dimezzare il costo delle rimesse degli emigrati. Le attuali trattenute raggiungono oggi anche il 10 per cento. La proposta italiana porterebbe nei Paesi in via di sviluppo rimesse aggiuntive stimate intorno ai 15 miliardi di dollari l’anno
Infine ha fatto una riflessione sulla situazione dei mercati
Ritengo – ha detto - che i mercati finanziari - dove la domanda speculativa rischia, come ha già fatto in passato, di alimentare nuove tensioni sui prezzi delle commodity agricole, quali grano, riso, soia e altre produzioni, materie prime di base dell’alimentazione umana - debbano contribuire a finanziare le politiche e gli interventi per contrastare la fame nel mondo.
Se è di un dramma globale, planetario, che ci stiamo occupando, è chiaro che tutti i governi sono chiamati ad una trasparente responsabilità, e questo richiede che l’agricoltura venga rimessa al centro dell’agenda politica, tanto da riscoprirne il valore in un’ottica di sostenibilità, sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.
Un’agricoltura sostenibile quindi, che concili le esigenze dell’economia con quelle della qualità della vita e dell’ambiente, in un rapporto di equilibrio e di reciproco rispetto. Sostenibile certamente, un aggettivo questo che non deve voler dire però un’agricoltura ideologicamente manipolata.
Tutto questo comporta il ripensare le politiche agricole, i metodi di sfruttamento del suolo e, per farlo, è necessario conservare e recuperare le risorse naturali delle terre più povere, senza per questo rifiutare aprioristicamente i benefici e i vantaggi che possono venire dalle nuove tecnologie, dalla adozione di strumenti e pratiche tecnologicamente avanzate in ogni senso alle difficili agricolture dei Paesi in difficoltà.
Dunque, politiche che incoraggino gli agricoltori nella gestione delle risorse naturali in modo produttivo ed ecologicamente sostenibile, ma che, al contempo, segnino l’avvio di una rinnovamento sociale e culturale.
Scommettere sulla persona va bene, ma va bene anche – ha concluso - ricorrere alla scienza, lontano dai dogmatismi e dall’oscurantismo più retrivo, perché chi muore di fame si aspetta che la mano del buon Samaritano gli dia qualcosa da mangiare e non gli atti di un convegno da studiare.
Anche in questa prospettiva, l’Italia sostiene il Trattato Internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura e promuove l’organizzazione di una Tavola rotonda di Alto Livello sulle sfide del cambiamento climatico ed il rafforzamento della sicurezza alimentare, che si terrà a Roma, presso questa sede, il prossimo 7 dicembre.