Filiera Corta
Tendenza positiva per gli alimentari
Il comparto - sulla base del rapporto Istat sulle vendite al dettaglio, cresce a ottobre dello 0.7%. Su base annua l'incremento è dello 0.9%
Roma - L’alimentare traina le vendite al dettaglio a ottobre. L’ultimo report dell’Istat segnala che, anche se lieve, l’incremento di ottobre sul mese di settembre è delle 0.1%. Il comparto alimentare cresce dello 0.7%. Le vendite complessive su base annua sono invece negative:- 1,5%
Su base annua le vendite di prodotti alimentari aumentano dello 0,9%. Nel confronto con il mese di ottobre 2010 si rileva una flessione sia per le vendite della grande distribuzione sia per quelle delle imprese operanti su piccole superfici (rispettivamente -0,5% e -2,2%). Tra gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, l'incremento più alto è per i discount (+2,9%), mentre le vendite degli ipermercati diminuiscono dell'1,3%.
Con un aumento del 2,9 per cento delle vendite su base annuale sono in realtà - commenta Coldiretti - i discount alimentari a trainare il timido segnale di ripresa nel commercio al dettaglio. Secondo l’analisi Coldiretti/Swg nel corso del 2011 il 25 per cento degli italiani ha aumentato la frequenza dei discount mentre, all’opposto, ben il 38 per cento ha ridotto la propria presenza nei negozi alimentari tradizionali, che rischiano un vero crack mentre tengono sostanzialmente i supermercati.
“Si evidenzia la tendenza da parte di un crescente segmento della popolazione ad acquistare prodotti alimentari a basso prezzo nei discount, a cui però può corrispondere anche una bassa qualità con il rischio che il risparmio sia solo apparente”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini. Risparmiare oltre un certo limite sul cibo può significare nutrirsi di alimenti che possono avere contenuto scadente – ha precisato Marini - con effetti negativi sul piano nutrizionale, sulla salute e sul benessere delle persone. Il fenomeno di riduzione significativa dei negozi tradizionali determina anche evidenti effetti negativi legati alla riduzione dei servizi di prossimità, ma anche un indebolimento del sistema relazionale, dell’intelaiatura sociale e spesso anche della stessa sicurezza sociale dei centri urbani. A contrastare lo spopolamento dei centri urbani va segnalata peraltro la crescente presenza di mercati degli agricoltori e di Botteghe di Campagna Amica. Una opportunità per i produttori e per i consumatori che - conclude Marini – va anche a sostegno della storia, della cultura e della vivibilità dei centri urbani.
Dal report Istat – spiega invece Confagricoltura – emerge che le famiglie sono costrette a risparmiare e, negli acquisti dei beni alimentari, spesso tendono a rinunciare alla qualità”.
“La situazione - continua l'organizzazione agricola - mette a rischio la tenuta del made in Italy agroalimentare. Le imprese agricole che hanno investito in tipicità e sicurezza, vedono compromessi i loro sforzi”.