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Terra dei Fuochi, stop alla vendita dei prodotti ortofrutticoli

Con il decreto dei ministri all'Agricoltura, alla Sanità e all'Ambiente viene bloccato il commercio nei terreni dei 51 siti che sono stati classificati a rischio a seguito della mappatura

Roma- Sarà bloccata la vendita dei prodotti ortofrutticoli dei terreni dei 51 siti che sono stati classificati a rischio nella Terra dei Fuochi. Ad annunciarlo è il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina in occasione della presentazione dei risultati delle indagini svolte nell’area territoriale incriminata e del decreto interministeriale firmato appunto dal responsabile del dicastero agricolo di via XX Settembre e dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e dal ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti.

“Grazie ai risultati della mappatura dei siti nei territori indicati dalla Direttiva interministeriale dello scorso 23 dicembre, abbiamo – ha detto Marina- individuato le aree su cui dobbiamo intervenire. Con il decreto di oggi possiamo mettere in campo azioni incisive e nei prossimi 90 giorni provvederemo ad ulteriori accertamenti. Da subito bloccheremo- ha incalzato - la vendita dei prodotti ortofrutticoli dei terreni dei 51 siti che sono stati classificati a rischio. La nostra attenzione per questa terra rimane altissima e per questo giovedì sarò a Castel Volturno insieme al Corpo forestale dello Stato”.

“Tutelare la salute dei cittadini, garantire le imprese che operano sul territorio e salvaguardare l’ambiente. Con la firma di questo decreto vogliamo raggiungere – ha proseguito il ministro - questi obiettivi attraverso un percorso condiviso perché l’operazione che vogliamo portare avanti nella Terra dei fuochi è impegnativa e richiede il contributo di tutti per creare dei veri presidi di legalità”.

Sulla base delle informazioni raccolte ed integrate, grazie agli esami presentati, è stato messo a punto un modello scientifico che contiene la classificazione delle classi di vulnerabilità dei suoli relativamente alla qualità delle produzioni agricole: CLASSE A – idoneo alle produzioni alimentari; CLASSE B – limitazione a determinate produzioni agroalimentari in determinate condizioni CLASSE C – idoneo ad altre produzioni non alimentari; CLASSE D – divieto di produzioni agricole.

Il decreto interministeriale prevede che entro 90 giorni verranno effettuate indagini dirette a indicare:
- i terreni “no food” (e quindi interdetti da produzione alimentare);
- quelli destinati solo a colture diverse dalla produzione agroalimentare in considerazione delle capacità fitodepurative;
- destinati solo a determinate produzioni agroalimentari.

Le indagini dovranno essere svolte partendo dai terreni qualificati nella classe di rischio 5 fino alla classe 2.

Nelle more dell’esecuzione delle indagini dirette, è vietata l’immissione in vendita dei prodotti ortofrutticoli dei terreni classificati a rischio (classi di rischio 3 – 4 – 5).

L’immissione sul mercato delle singole colture è consentita ad almeno una di queste condizioni: a) che le colture siano state già oggetto di controlli ufficiali con esito favorevole negli ultimi 12 mesi; b) che siano state effettuate indagini, su richiesta e con spese a carico dell’operatore, dall’Autorità competente, con esito analitico favorevole.

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