Food Mania
Turisno e ristoranti: giro d'affari appetitoso se lo chef è stellato
Un’indagine sul "Taste Tourism"condotta da Jfc stima che per i locali Michelin presenti in Italia il fatturato indotto complessivo sul territorio è 282 milioni. I clienti nostrani sono soprattutto lombardi, piemontesi e dell’Emilia Romagna
Roma- Per molti andare a degustare le delizie di uno chef stellato vale l’organizzazione di un viaggio apposito. A certificarlo è un’indagine sul "Taste Tourism"condotta da Jfc, azienda specializzata in analisi sul turismo. Lo studio segnala che per i ristoranti stellati Michelin presenti in Italia si stima un fatturato indotto complessivo sul territorio di 282 milioni di euro di cui 208 milioni derivanti dai turisti stranieri e 74 milioni dalla clientela italiana. Ad oggi sono 334 invece i ristoranti "stellati Michelin" in Italia nel 2016.
La media nazionale di fatturato dei ristoranti stellati italiani- spiega il responsabile di Jfc Massimo Feruzzi- è pari a 775 mila euro, la media- incalza- di quanto genera in termini di valore indotto sul territorio ogni singolo ristorante è pari a 844 mila euro. Parlando invece di media nazionale ogni ristoratore stellato- si spiega in una nota- ha 6.318 clienti all'anno e coloro che soggiornano nella destinazione sono 1.015 stranieri e 870 italiani. La ricerca indica poi che i pernottamenti che producono i clienti dei ristoranti stellati italiani è di un soggiorno medio di 1,2 notti per i clienti italiani e 1,7 notti per i clienti stranieri. Ogni ristorante genera dunque sul territorio – si spiega nel dettaglio ben 2.770 pernottamenti annui.
I clienti dei ristoranti stellati Michelin, per quanto riguarda l'Italia, provengono principalmente dalla Lombardia, seguono Piemonte ed Emilia Romagna che complessivamente tutte e tre insieme generano il 28,5% del totale della clientela italiana dei ristoranti stellati nazionali. Sono invece americani i primi followers stranieri della cucina stellata italiana (rappresentano il 21% sul totale della clientela straniera), seguiti da quelli inglesi (14,2%), dai francesi (9,2%) e dai giapponesi (8,2%). I clienti cinesi sono pari a un 6,9%, i belgi al 6,6%, gli svizzeri al 5,8%, i gli Scandinavi (5,2%) e i tedeschi (4,5%).